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TV

Se ci sei, batti un colpo.

Non avevo riflettuto sul fatto che stare lontani da casa e lasciare per [troppi] giorni il post precedente come ultimo segnale di se stessi potesse dare spazio a domande di molte persone.
Non mi hanno arrestato, deportato ne messo in uno di quei posti che da queste parti furono tremendamente in voga anni fa.
Sto bene.
Se non sto più scrivendo è essenzialmente perchè lavoro tanto. Troppo. La dimostrazione è che oggi, primo giorno di pseudo relax da tempo immemore, sto aggiornando questa pagina.
Non avendo tuttavia troppi minuti a disposizione, sarò breve e mi limeterò ad uno di quegli elenchi che tanto non piacciono all’internauta medio.
– La trasmissione di Saviano e Fazio a me personalmente piace. La trovo originale, ben pensata, utile, culturalmente valida, ma non per questo inaccessibile. Ha i suoi momenti buoni e quelli meno buoni, può apparire retorica, ma è bello veder parlare in televisione di certi temi senza che lo facciano le bestie che comunemente si spacciano per nostri rappresentanti.
– Dopo due mesi e finita la speranza di riceverlo, il pacco contenente gli ultimi CD che ho comprato è finalmente giunto a destinazione. Chicche a piovere su cui non mi dilungherò, ma una roba la voglio scrivere. Una [seconda] band al mondo che nel CD d’esordio si concede il lusso di piazzare un capolavoro come questo non esiste.
– NBA2K11 è una figata stellare.
L’elenco finisce qui, perchè adesso accendo la play.

USA-hole

Avrei passato volentieri la serata a veder perdere il Milan, ma non posso farlo perchè anche lo streaming mi ha abbandonato. Di conseguenza chiudo questa giornata non felicissima dando libero sfogo a qualche riflessione.
In tutto il mondo ridono dell’Italia perchè il nostro presidente sembra un personaggio dei film di Vanzina. Ci sta. Se si considera che il cinepanettone tutti gli anni sbanca al botteghino non c’è da stupirsi che Berlusconi stia al governo, le persone che fomentano i due fenomeni sono le stesse. Sono gli italiani, o quantomeno una larga parte di questa categoria, gli artefici di questa situazione e ci sarebbe da incazzarsi con questi ultimi più che con chi cerca di fornir loro il prodotto che richiedono. Il prolema è che non si ha il coraggio di prendere le distanze da una popolazione che esige a gran voce elementi come Berlusconi dietro cui nascondersi. Il popolo non è mai colpevole, è colpa della televisione che non lo informa o che lo indottrina. Al sottoscritto, in sincerità, questo alibi inizia ad andare un po’ stretto.
In realtà chi ci governa è chi vogliamo ci governi. Punto. Perchè se la gente non volesse farsi indottrinare farebbe come me, si informerebbe altrove. Invece alla gente sta bene che le cose vadano così quindi smettiamola con tutte queste stronzate dello scoop del presidente che va a troie o che fa i festini con la droga, come se si fosse tirata fuori chissà quale verità scomoda e malcelata con incredibile abilità giornalistica. Son cose che sanno tutti, che son già uscite due anni fa con interpreti diversi e che comunque non smuoveranno un’opinione pubblica che, per questo o nonostante questo non fa differenza, continuerà a dare fiducia a gente come Berlusconi.
E se anche è vero che non siamo messi bene, noi del bel Paese, ne ho pieni i coglioni di farmi fare la morale da tutto il mondo. Me ne fotto di cosa scrive la stampa estera di Berlusconi.
Se il New York Times non si capacita di come in Italia Berlusconi continui a governare nonostante tutte le stronzate che combina, mi chiedo come possa capacitarsi di un popolo, quello americano perlappunto, che sfiducia pesantemente un Presidente reo solo di aver provato a garantire a tutti il diritto dell’assistenza sanitaria. Una roba che qui da noi c’è da sempre.
Da estraneo ai fatti l’idea che ho è che per una volta gli Stati Uniti abbiano un uomo vero come presidente. Uno che pur di perseguire gli ideali in cui crede accetta di perdere consenso. Uno che dopo aver perso le elezioni dichiara non solo di essere conscio della sconfitta, ma se ne prende pure la colpa. Echi l’ha mai visto uno così in Italia? Negli USA però mica l’hanno votato per quello. L’hanno votato perchè era di colore, per lanciare al mondo il messaggio di quanto siano evoluti. Però nonappena si sono accorti che le cose che diceva di voler fare non erano le classiche storielle da campagna elettorale, bensì un programma VERO, si son subito preoccupati di tirare il freno a mano.
Il problema è che le classi dirigenti rispecchiano il popolo ed il popolo, nella maggior parte dei casi, fa schifo.

Uno che se lo mandi “a fare in culo” rischi di farlo contento.

Questo post parte dalle conclusioni, che sono le seguenti.
Essere Rocco Buttiglione è eticamente e moralmente sbagliato.
Votare o aver mai votato Rocco Buttiglione dovrebbe essere civilmente e penalmente perseguibile.
Il motivo per cui affermo tutto questo lo si può capire in pochi secondi leggendo questo articolo.
Il pezzo tratto dal Corriere offre tuttavia al sottoscritto non uno, ma tre spunti di riflessione.
Il primo, ovviamente, riguarda l’equazione omosessualità=pratica moralmente sbagliata. Anzi, citando il presidente dell’UDC, “pratica oggettivamente sbagliata”. Per quello che mi riguarda certe affermazioni, nel 2010, si commentano da sole. Passiamo le giornate a condannare i talebani, i palestinesi e tutti gli integralisti religiosi con cui viene quotidianamente riempito il TgN (mettete un numero a caso) e ci teniamo in parlamento gente che non si fa esplodere solo perchè troppo attaccata al proprio culone nonchè alla poltrona su cui si poggia. Bene così, perchè gli integralisti son sempre gli altri quando uno ha “oggettivamente” ragione. Che poi, detto tra noi, non sono mica sicuro che il buon Rocco non paghi profumatamente qualche trans clandestino per farsi profanare dalle parti dell’osso sacro (a quelli come lui piace dire così, ano è volgare e la volgarità offende il Signore), ma si sa che i politici che lo prendono dai trans non sono gay, ma semplicemente troppo tempo lontani da casa, chiesa e famiglia, quindi va bene anche questo. Da queste dichiarazioni ad ogni modo è subito nato un polverone mediatico di quelli tipici all’italiana: sfdegno sui social network, sui blog, sui giornali. L’affermazione è senz’altro grave, ma leggendo lo sbobinato messo a disposizione dai giornalisti Rai la cosa che mi colpisce è un’altra e a questa offro il secondo spunto di riflessione.
Butt-iglione (cit. da Accento Svedese. Genio.) ascrive l’omosessualità alla categoria di cose “moralmente sbagliate, ma che la legge non deve perseguire” e fa degli esempi: adulterio, mancata carità verso i poveri, evasione fiscale, … ehhhhh? Fatemi rileggere. EVASIONE FISCALE? L’evasione fiscale è un atto moralmente sbagliato che la legge NON DOVREBBE PERSEGUIRE????? Ma stiamo dando i numeri?
Eppure su questa cosa nessuno commenta, tutti sorvolano. Io capisco lo schierarsi a favore dei gay quando una persona fa un’uscita che definire infelice è niente, ma questo non deve distogliere l’attenzione dal resto.
E’ un po’ come se Hitler avesse detto “Arresterò gli omosessuali e sterminerò gli ebrei” e la gente avesse replicato solo alla prima metà dell’affermazione. A mio avviso che un cattolico integralista bacchettone e intellettualmente prossimo alle mosche giudichi “morlamente sbagliata” l’omosessualità non è che ci sia da stupirsi o scandalizzarsi più di tanto. Ma se una persona che ripetutamente ha rivestito e forse riveste ruoli istituzionali sostiene che evadere il fisco, ovvero rubare i soldi di tutti, non debba essere legalmente perseguibile è decisamente più grave.
Cazzo è immensamente grave, puttana bastarda la miseria.
Il terzo ed ultimo spunto di riflessione investe il tenore della risposta dei giornalisti RAI. Non ho molto da dire se non che li ho trovati geniali.
Vabbè, vado a gustarmi cotechino e lenticchie.
Se Buttiglione nel contempo dovesse farsi saltare in una chiesa Valdese qualcuno me lo faccia sapere.

Friends and nerds

Quest’anno mi sono visto un quantitativo innumerevole di serie TV.
Probabilmente per i veri “series addicted” non sono nemmeno molte, ma per il sottoscritto è sicuramente tanta roba. Dopo lo shockante finale della quarta serie di Dexter (che poi a me nemmeno è piaciuta più di tanto, ad essere onesti) io e la Polly abbiamo deciso di darci per un po’ a qualcosa di più easy e così ci siamo sparati, in fila, dieci serie di Friends e la terza serie di Big Bang Theory.
Firends è la comedy series definitiva. Niente cazzi. Tutto ciò che è venuto dopo, per quanto piacevole, non è altro che la copia di una dinamica già vista. Ti siedi sul divano, guardi Friends e ogni due per tre ti sorprendi nel vedere da dove le altre serie hanno preso le gags.
Niente di male per carità, anche se forse Luttazzi non sarebbe d’accordo, ma è bello aver visto per intero “l’originale”.
La terza serie di Big Bang Theory invece mi ha un po’ deluso. Sono spariti i nerd. Intendiamoci, resta Sheldon, ma lui non è nerd. Lui è un pazzo. Sono sparite tutte quelle cose che rendevano bella la serie, cose tipo “carta, forbice, sasso, lizard, Spock“, cose che solo i veri nerd potevano apprezzare. Ecco, appunto, con tutta probabilità visto l’aumento di interesse nei confronti della serie si son dovuti smorzare i toni ed aprire alle masse. Questo dimostra una tesi che io avevo già provato ad analizzare tempo fa. Per quanto si voglia far passare il concetto che oggi nerd è figo, la realtà è che un nerd resta e resterà sempre uno sfigato. I fighi sono quelli che si atteggiano a nerd quando fa comodo, ma che nerd non sono, così come i nerd che diventano fighi è perchè nerd non lo sono più.
Eddai.
Io rivoglio le partite ai videogiochi, le spade laser e tutte quelle cose che mi facevano tanto ghignare e che spesso dovevo spiegare alla Polly.
Fortuna che ancora c’è Rajesh Koothrappali!

La moviola

La RAI ha deciso di eliminare, o meglio, di ridurre notevolmente l’utilizzo della moviola durante le sue trasmissioni. Il motivo è che mostrare alla gente le decisioni sbagliate degli arbitri “avvelena” il dibattito sportivo e “agita gli animi”. Le reazioni a questa decisione sono ovviamente le più varie: da chi sostiene sia giusto, a chi pensa invece che non lo sia affatto.
Più o meno tutti concordano col fatto che la RAI perderà non poco nei confronti della concorrenza, ma questa non è certo la prima volta in cui prendono decisioni di questo tipo e non è quello di cui voglio parlare.
Vorrei invece sottolineare un altro aspetto. Siamo sicuri che il problema del calcio sia la moviola in TV? E’ senza dubbio vero che la moviola spesso porti alla luce “ingiustizie” e “misfatti” che altrimenti resterebbero sconosciuti ai più e questo può certamente agitare gli animi. Nascondere la polvere sotto il tappeto però non significa eliminarla e questo lo insegnano tutte le mamme del mondo. Se ci sono problemi legati ad un regolamento che non viene rispettato o fatto rispettare come si dovrebbe, anche se vogliamo a causa di un limite oggettivo della classe arbitrale, a mio avviso bisognerebbe fare in modo che questo problema venisse risolto in modo da rendere inutile la moviola in TV. Eliminare la moviola stessa e sperare che i cittadini non vengano mai a sapere delle eventuali irregolarità è invece una soluzione che non può andare bene in un paese civile.
Facciamo un esempio.
Mettiamo il caso si stesse parlando di legge e non di sport. Ipotiziamo per un momento cosa accadrebbe se in un paese ci fosse il reale problema di una giustizia che, per diversi motivi, fatichi a farsi rispettare. Potrebbero facilmente esistere alcuni uomini privilegiati che, esattamente come le squadre di calcio più blasonate, in questo paese godano di un trattamento diciamo “di favore”, di una certa sudditanza psicologica da parte dell’opinione pubblica e di chi la legge dovrebbe farla rispettare. Sempre per ipotesi in questo paese il problema potrebbero non essere i giudici in se, ovvero gli arbitri, ma gli strumenti che questi giudici possiedono per fare in modo che le leggi vengano rispettate. Il governo di questo paese in questo parallelismo avrebbe il ruolo della Federazione, ovvero di colei che stabilisce le regole e, sempre per assurdo, questo governo potrebbe prendere decisioni che invece di facilitare il lavoro dei giudici, lo rendono sempre più difficile.
Ebbene, in un paradossale scenario come quello dipinto l’unico modo che il cittadino potrebbe avere per venire a conoscenza di tali misfatti è che qualcuno, dall’esterno, li documenti e li riporti al pubblico. La moviola ha quindi il ruolo che avrebbe una stampa libera in un paese governato da persone che pensano di scavalcare la legge: il compito di denucnciare nella speranza che certi fatti non capitino di nuovo. E se la gente si incazza, una volta scoperta la magagna, il problema non sta certo in chi l’ha informata, ma in chi ha commesso il misfatto.
Bloccare la moviola quindi è come imbavagliare l’informazione.
Ed è per questo che Fabrizio Cichitto, presidente dei deputati di centro destra, è così contrario al fatto che questa venga eliminata dai programmi RAI.
Perchè loro, all’informazione libera, ci tengono.
Il calcio, lo dico da sempre, è metafora della vita.

Le cose che hanno reso figo questo week-end

1- I Mondiali di calcio trasmessi in chiaro dalla TV tedesca. Partite viste: tutte.
2- Il completamento di Uncharted 2 per playstation. Gioco fighissimo.
3- Cronometro alla mano, ho passato 4/5 di questo fine settimana nudo. No alle prigioni di tessuto.
4- I peperoni grigliati che ho fatto spaccavano il culo.
5- Ho evitato la palestra.
6- Anche qui è arrivata l’estate.
Si nota molto che non ho voglia di scrivere, ultimamente?

Mamma Rai, padre ignoto.

A mezz’ora dall’inizio del mondiale, scopro che il servizio streaming della Rai è accessibile solo sul territorio italiano.
Utilissimo.
Immagino ci siano milioni di famiglie che non prendono Rai1 a casa, ma che hanno la banda larga.
Noi italiani all’estero invece veniamo buoni solo quando c’è da votare, poi per il resto chissenefrega, possiamo benissimo guardare la nazionale commentata dai tedeschi. Sempre che dopo l’ultima volta i tedeschi decidano di farla vedere.
Non ci sono più parole per descrivere il mio paese.

EDIT: A riprova di quanto detto sopra la televisione pubblica tedesca manda tutte le partite del mondiale in chiaro. Tutte. Come è giusto che sia, cazzo.

Dopo l’ultima parola

Vivendo in Germania non è facile stare al passo con la divertente macchietta della politica italiana.
Stando qui sono costretto a trovare le notizie in rete e a leggere i giornali, privato della grandissima comodità del mezzo televisivo e della sua capacità di informare. Nell’albergo di Parigi in cui ho soggiornato, però, c’era la TV satellitare e così, Venerdì sera, non ho potuto fare a meno di gustarmi una fantastica puntata de “L’ultima parola”, programma di approfondimento in onda su Rai 2 condotto da Gianluigi Paragone.
Lo dico subito: a me Paragone sta un sacco simpatico. Pur non essendo propriamente vicino alla mia parte politica (ma chi lo è, oggi? E soprattutto qual’è la mia parte politica??), ho sempre trovato un personaggio piacevole, specie quando inserito in dibattiti calcistici su qualche rete locale.
Il suo programma però me l’ero sempre perso. Per quel che ho potuto vedere non mi è parso mal fatto. Filogovernativo sì, ma cercando comunque di fare giornalismo d’inchiesta interpellando più o meno tutte le parti politiche e senza eccessivo protagonismo.
La puntata in questione verteva sui costi della “casta” politica italiana in ottica di valorizzare la manovra Tremonti. Ne sono usciti momenti decisamente divertenti, almeno per la parte che ho visto io (dall’intervista di Rizzo o Stella, non ricordo, uno dei due in ogni caso).
Il primo l’ha regalato Barbareschi in un servizio in cui si denunciavano le scarse ore lavorative del Parlamento e si chiedeva un parere riguardo al taglio del 5% sugli stipendi dei parlamentari invocato dalla manovra Tremonti. Citando lo spezzone che parte al minuto 1:53, l’onorevole sosteneva come tutti gli italiani, in un momento difficile, dovrebbero fare un sacrificio e non solo i politici.
Per me è già molto sopportare che uno come Barbareschi stia in Parlamento, figuriamoci come posso reagire al fatto che lo facciano anche parlare. Un’uscita più infelice è riuscita in questi giorni solo a quell’altra mente sopraffina della Gregoracci, in un’intervista in cui sostiene il trauma di suo figlio Nathan Falco per la perdita dello yatch cui ormai era affezionato.
Giusto per intenderci, quando si parla del taglio del 5% sullo stipendio dei parlamentari, si parla di un decurtamento sul netto, senza tener conto di tutta quella infinita sfilza di bonus, rimborsi e cazzi vari che ogni mese entrano in busta paga agli onorevoli. Si parla quindi di briciole, spannometricamente di 270 euro per un senatore che porta a casa 5400 euro di stipendio più altri 10000 tra competenze accessorie e rimborso stipendi ai portaborse. 270 euro in meno al mese a gente che prende sedicimila euro al mese netti. Come diceva qualcuno non è molto, ma è qualcosa e quindi lungi da me criticare l’iniziativa. Se però mi si dice che lo stesso 5% debba essere tolto a chi campa con 800 euro al mese iniziano a girarmi i coglioni, specie se a dirlo è quella faccia da cazzo di Barbareschi. Per quel che mi riguarda l’unico sacrificio che dovremmo fare tutti insieme è umano e coinvolge il deputato in questione in prima persona, ma vabbè, poi mi si dice che scrivo in preda alla rabbia ed in maniera irrazionale, quindi meglio ritirare tutto.
Scusa Luca, ritiro la parte sul sacrificio umano e cancello anche il passaggio in cui ti do della faccia da cazzo.
Ora va meglio.
Si diceva che una cospiqua parte dello stipendio dei Parlamentari sia loro fornita per il pagamento degli stipendi dei portaborse. Viene quindi mostrato un servizio in cui si denuncia come quella parte di entrata sia ininfluente dall’avere o meno portaborse (si prendono i soldi anche se poi non si spendono) e che questo porti molti onorevoli a pagare i loro collaboratori in nero. Indignazione profonda in tutto lo studio, Peter Gomes chiede ai presenti se loro fanno cose del genere o conoscono gente che fa cose del genere e tutti rispondono ovviamente: “No, è vergognoso.”. Probabilmente quelli che lo fanno sono marziani o non appartengono a nessuno dei partiti rappresentati in studio, nell’ordine PdL, PD, Lega e UDC.
Un ruolo centrale nella trasmissione però lo recita la Santanchè, sempre pronta a regalare momenti indimenticabili a tutti i suoi fan. Dapprima si prende del “cane di Pavlov” da Beha, ma non reagisce perchè lo stesso le dice che non è un’offesa e lei ci crede. Poi dichiara che lei, imprenditrice, non ha mai preso una lira per fare politica e che ha sempre devoluto i suoi stipendi, il che è agghiacciante perchè significa che nel nostro paese ci si permette di pagare un sacco di soldi gente che questi soldi poi li regala perchè nemmeno gli servono. A sto punto non sarebbe meglio rinunciare direttamente allo stipendio e permettere un risparmio alle casse dello stato? Ma il picco di genialità è quando monta un casino perchè il sindaco di Bari Michele Emiliano, ritratto in una foto mentre festeggia un appalto controverso (non entro in merito, non conosco i fatti), brinda con Champagne e non con spumante italiano. Ora, a parte che portare le discussioni su certi piani è indice del personaggio, ma poi voglio dire: uno sarà pur libero di brindare con quel cazzo che vuole, o no? Mi piacerebbe andare a vedere se la signora Santanchè quando va al cinema ordina una Coca Cola o una spuma.
Devo aver scelto l’esempio sbagliato, con tutta probabilità lei al cinema va di Chinotto.
Comunque sia, mi spiace non poter seguire più la televisione italiana e i suoi programmi di approfondimento e avanspettacolo.
Oggi come oggi mi piacerebbe guardare anche il TG1 di Minzolini.
Va riconosciuto, inventare un guasto tecnico per non mandare la dichiarazione di Elio Germano premiato a Cannes, momento in cui l’attore attacca la classe politica del nostro paese, è a suo modo qualcosa di geniale.
Forse neanche Fede è mai arrivato a tanto.

Rai per una notte

Ieri sera è stata trasmessa una puntata speciale di Annozero, la trasmissione di Michele Santoro.
A causa della cancellazione di tutti i talk show dai palinsesti Rai, questa è stata trasmessa solo da alcune TV private e satellitari, nonchè in rete, dando luogo al più grande fenomeno on-line della storia italiana.
In questo blog amo parlare del mio Paese e credo che un tale evento meriti di essere analizzato.
Oggi in rete è possibile rivedere l’intera trasmissione cercandone i frammenti su youtube (23 in totale, per una durata poco superiore alle tre ore).
Come prima cosa quindi ho deciso di creare una playlist in cui fosse possibile vedere tutto il programma, dall’inizio alla fine.
Spero funzioni.

Divulgo tutto questo perchè ritengo che per potersi dire favorevoli o contrari a quanto viene affermato nel programma, in prima istanza è necessario averlo visto. Sembra banale, ma questa cosa spesso viene dimenticata e troppi sono quelli che parlano sul sentito dire, sui loro preconcetti o su quanto altri hanno detto loro in merito.
Io “Rai per una notte” l’ho visto tutto ed ora cercherò di sottolineare le cose che mi hanno colpito della trasmissione, andando per punti.
Mi piacerebbe si aprisse un dibattito in merito, ma non credo succederà. Quello che spero è che magari qualcuno passando di qui provi a guardare e farsi un’opinione propria.
Iniziamo.
1/23 – Il primo frammento si apre con un parallelismo ormai “gettonatissimo” tra il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ed il fu Duce Benito Mussolini. A mio avviso è innegabile ci siano elementi caratteriali comuni alle due figure (su tutti megalomania e grande carisma), tuttavia credo sinceramente che Berlusconi non sia in grado di diventare un nuovo Duce. Il motivo che mi spinge a dire tutto questo è che, nella sua follia, Mussolini voleva grande l’Italia ed il suo popolo (ricevendo gloria infinita dall’essere stato colui che aveva relizzato tutto questo, ben inteso). Berlusconi vuole grande se stesso e null’altro e chi ragiona così, prima o poi, resta solo.
2/23 – Santoro apre il programma con una lettera aperta a Napolitano. A me Santoro non piace come conduttore, lo trovo spesso arrogante e incapace di instaurare un discorso senza prevaricare l’interlocutore. La sua introduzione sulla necessità di far sentire una certa voce in questo momento però la trovo condivisibile e ben posta, seppur in maniera in alcuni passaggi esagerata. Durante la trasmissione, non essendoci voci “antagoniste”, non avrà mai occasione di mostrarsi prevaricatore come suo solito e questo me lo ha reso più digeribile.
3/23 e 4/23- Sigla, con esposizione del pensiero di alcuni presenti alla manifestazione PdL. Come qualcuno dirà dopo, non fotografa in pieno l’elettorato di centro destra, vengono chiaramente enfatizzati i personaggi più discutibili, ma sentire certe parole da comunque da pensare. Cercando il peggio in una manifestazione di sinistra non credo le cose andrebbero diversamente, in ogni caso. Dopo la sigla parte il pezzo di Cornacchione. Mi ha spezzato.
5/23 – Primo intervento di Travaglio. Chi dice che Travaglio non ami il contraddittorio e che sia capace di soli monologhi ha probabilmente ragione. Chi dice che è un bugiardo credo di no. Molto significativa l’uscita su come nessuno intercetti Berlusconi, ma sia quest’ultimo ad avere a che fare sempre con gente che, per motivi diversi, è sotto intercettazione.
6/23 – Primo intervento di Floris. A me lui piace molto. Segue il primo intervento di Lerner, altro personaggio che gode della mia stima. Ecco, difficilmente mi è capitato di vederlo così infervorato. Credo ne abbia tutti i motivi.
7/23 – Tristemente reale l’analisi di Barbara Serra, specie per chi ultimamente vive all’estero e sente parlare dell’Italia da un’altra prospettiva. Iniziano poi le Docufiction che, riportando semplicemente le intercettazioni, non mi dicono nulla di nuovo. Non tutti si informano come me, però, quindi bene mostrarle.
8/23 – Primo intervento sulla crisi “nascosta” in vece dell’ottimismo. Si dica quel che si vuole, ma trovo sbagliato consentire ad un azienda in ATTIVO di lasciare a casa trecento persone. Sarò comunista. Poi canta Elio, verso cui ho da tempo il dente avvelenato ed è forse per questo che il pezzo non mi piace.
9/23 – Intervista a Mario Monicelli. Illuminante. Lasciando perdere la conclusione “rivoluzionaria” il dipinto fatto del popolo italiano è incontestabile. Vogliamo che qualcuno pensi per noi, da sempre. Che sia un dittatore, il Papa, o chiunque altro necessitiamo di qualcuno che faccia per tutti, così da gioire se va bene e voltargli le spalle se, o meglio quando, va male. Anche l’intervento di Dorfles è parecchio significativo.
10/23 – Un po’ di dati e intervista a Loris Mazzetti. Il succo del suo pensiero è che chi gestisce la Rai ne voglia in realtà il fallimento. Può sembrare assurdo, però basta fare due conti per trovare il tutto tristemente plausibile. Un po’ perchè chi sta facendo tutto questo è proprietario delle tre televisioni concorrenti, un po’ perchè di indizi in questa direzione ne saltano fuori continuamente.
11/23 e 12/23 – Luttazzi. Non sono suo fan, non mi faceva ridere dai tempi di Mai dire Gol, davvero. Ieri però è stato il vero mattatore della scena. Poi parla Norma Rangieri del Manifesto ed i toni si fanno un po’ troppo drammatici. Non siamo ancora in dittatura. Giusto allarmarsi, ma meglio restare credibili. Fa riflettere la parte sull’editoria, in ogni caso.
13/23 – Altra docufiction, vale il discorso di prima.
14/23 – Morgan. In sincerità, inizia a muovermi a compassione. Interventi totalmente decontestualizzati, visibile stato di euforia farmaco indotta. Non critico la persona, nè i suoi problemi, nè tantomeno il fatto che si droghi, ma il suo intervento è una cosa che può andar bene ad X-factor, ma non in una trasmissione di questo tipo. Il duetto con Venditti, nella sua follia, è speciale.
15/23 – Interviene Milena Gabanelli. Altro personaggio che stimo non poco, quindi niente da dire.
16/23 – Secondo intervento di Travaglio. Da lacrime agli occhi, parimenti dovute a riso e tristezza. Si dice poi che Bondi abbia commentato la trasmissione con un “fanno pena”. Centrale la risposta di Santoro che legittima il pensiero di Bondi, ma sottolinea il diritto di chi non la pensa ugualmente a poter usufruire del servizio.
17/23 – Altro intervento di Floris che prova ad uscire dal clima di “pompini a vicenda” e subito viene rimesso nei binari da Santoro, evidentemente incapace di accettare dissenso anche dai propri “alleati”. Interviene poi Jacona, interrotto sul finire ancora da Morgan, per cui vale sempre il discorso di prima. E mi dispiace.
18/23 – Altra docufiction e nuovo intervento di Lerner, anche questa volta da applausi.
19/23 – Benigni. A me Benigni fa cagare. Simpatico eh, ma non da nessun valore aggiunto alla questione. E poi coi baci ha rotto il cazzo. Gusti, per carità.
20/23 – Altro intervento dalla “crisi invisibile” e Trio Medusa. Loro invece a me piacciono molto.
21/23 – Intervista ad Emilio Fede. Non credo serva commentare. Poi è il turno della musica di Teresa De Sio, ampiamente evitabile in ambe le performance.
22/23 – Secondo pezzo della De Sio (vedi sopra) e intervento a sorpresa di Crozza che imita Brunetta. Ai miei occhi risulta identico. Bello.
23/23 – Classica conclusione con le vignette di Vauro che mi fanno meno ridere del solito. Salvo unicamente quella su D’Alema, che mi ha spezzato.

Questa, ai miei occhi, è la sintesi del più grande evento on-line della storia del mio Paese e sono contento di averla raccontata qui, con i suoi pro ed i suoi contro. In ogni caso, qualcosa di cui in Italia abbiamo grande bisogno.