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Diario dall’isolamento 2: day 4

Giornata strana.
I bimbi sono andati entrambi all’asilo, non capitava da grossomodo un mese, quindi mi sembra di aver fatto mille robe.
Sta mattina ho tenuto un seminario online. Di lavoro mi capita(va) spesso di tenere lezioni/talk durante corsi e conferenze, ma di solito in inglese e di fronte ad un pubblico in carne ed ossa. Farlo in italiano e via web è risultato più complesso del previsto, un po’ perché mi rendo conto che parlare di lavoro in italiano mi è ormai innaturale: penso in inglese e devo tradurre in italiano, una roba aberrante. Un po’ perché parlare ad una platea ti permette di guardare le persone in faccia e renderti conto se sono vive e lottano insieme a te oppure se te le sei perse nei meandri della slide precedente. Se vedi le facce capisci anche solo se stai correndo troppo o se sei soporifero. È un vantaggio non da poco. Online invece parli da solo, fissando uno schermo e non hai la minima idea se quelli dall’altra parte stiano prendendo appunti o siano su Facebook. È molto poco confortevole.
Quindi diciamo che le prime due o tre slides tradivano forse un po’ di tensione, ma poi credo di essere andato bene. Onestamente fare presentazioni penso sia una delle robe che mi riesce meglio nella vita, una delle poche per cui mi sentirei di dire che sono bravo, ed è forse la cosa che preferisco del mio lavoro.
Mercoledì si replica, ma vorrei spingere per farla diventare un’attività costante, visto che dai clienti e ai congressi non si potrà andare per un bel po’.

Mi sa che ho scritto il post meno interessante di sempre, ma va beh.

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