Riflessioni
Ogni tanto…
… la mia vita mi fa schifo.
Credo siano le persone che mi circondano a rendere questi momenti non troppo frequenti.
Tuttavia quando si è da soli, in macchina, di notte, queste persone non ci sono ed è in quei momenti che il peso dei pensieri si fa insostenibile.
Cosa ne sto facendo della mia vita?
Credo di aver scelto il meno peggio dei modi per realizzare le aspettative che altri pongono su di me. Riuscirò a non deluderli? Boh. Magari si, anche se in questo momento mi sento particolarmente propenso al fallimento. Se anche dovessi farcela, sarò contento? E se lo sarò, lo sarò per loro o per me?
Sento forte una pressione che probabilmente nemmeno esiste.
Bisogna reagire e passare oltre l’ostacolo. Come le altre volte. Una volta di più.
Lo farò domani, ora credo di non poter fare altro che piangermi addosso.
E questo non porta ad altro che a continuare a farmi schifo.
Inesorabilmente.
Dubbio
Treno. Posto finestrino.
Sono le 19.10 e sto tornando da laboratorio quando il convoglio arresta la sua corsa. La stazione è quella di Sesto S. Giovanni, unica di inframezzo tra dove sono salito e dove scenderò.
Si aprono le porte.
Fa il suo ingresso un ragazzo. Lo conosco? Si. Bene? No.
Gli sguardi si incontrano abbastanza a lungo da rendere noto ad entrambi che l’altro è un viso conosciuto. Si siede affianco a me.
Dubbio.
Gli parlo? Ok, potrei, ma poi che gli dico? Odio quando ti trovi a parlare con una persona cui non hai nulla da dire e scende tra i due un silenzio imbarazzante. Odio ancora di più quando pur di non cedere all’evidente penia di argomenti si inizia a parlare di cose che non interessano a nessuno.
E se invece lui non mi avesse riconosciuto? Potrei salutarlo e vedermi guardare con la faccia interrogativa di chi fruga nella memoria cercando l’identità del suo interlocutore. Perchè mettere in imbarazzo una persona? Come detto lo conosco di vista, questa possibilità è tutto fuorchè remota.
Che fare quindi?
Gli parlo? Lo saluto? Lo ignoro?
Tramite Muvo, gli Alkaline Trio continuano ad isolarmi dal mondo, dandomi un alibi. Lo sguardo è fisso all’infinito, oltre il vetro del finestrino. Il tempo passa ed un altro fattore interviene. Se lo salutassi ora, dopo tutti questi minuti, sarebbe del tutto normale per lui chiedersi come mai io abbia atteso tanto. “Perchè non voleva salutarmi?”, penserebbe. In questo caso l’imbarazzo sarebbe assolutamente inevitabile.
Dubbio.
Alla fine mi decido, non lo guardo e gli parlo: “Permesso.”
Sono arrivato. Scendo dal treno.
Percorrando la strada verso la macchina penso: “E Lui? Avrà avuto tutti i miei dubbi o semplicemente non aveva idea di chi fossi?”
Dubbio.
Work in progress
Il lavoro in laboratorio procede, direi anche piuttosto bene.
Il risultato è che sono stanco come poche persone, uscendo di casa alle 8 per rientrarvi dopo dodici ore. Dovrei dormire di più.
Invece no.
Riassettare il bioritmo riportando la notte al suo ruolo di ristoro per corpo e mente sarà un lavoro lungo, mi ci vorrà un po’ di tempo. Devo ammettere che arrivo già con difficoltà oltre la 1:30 di notte, mentre un tempo (nemmeno poi così remoto) non riposavo gli occhi prima delle 2 passate. Magari tempo un mese sarò uno di quei bravi ragazzi che vanno a letto prima della mezzanotte. Una sorta di Cenerentola, se non fosse che i miei topi non diventano cocchieri, ma modelli viventi per lo studio di patologie umane.
Se i ritmi circadiani ancora non si sono adattati alla mia nuova vita, la dieta lo ha fatto prontamente. Niente consulto degli esperti, purtroppo, tuttavia l’impegno c’è e già adesso regnano nelle mie abitudini alimentari i Frosties e le insalatone. Come queste ultime possano saziare un uomo credo sia uno dei misteri di Fatima, ma posso garantire che è tutto vero. Come direbbe una delle massaie intervistate nelle televendite: “Neanche io ci credevo, ma poi ho provato: l’insalatona funziona!”
In questi giorni non ho potuto scrivere perchè sono stato in Liguria a prendere un po’ d’acqua. E’ stato molto bello. Un grazie ai nonni di Ambra che mi hanno ospitato, ma che soprattutto mi hanno fatto rivivere il ricordo dei miei nonni. I miei nonni erano fantastici. Mi mancano. Tanto.
Concludo con quella che ho deciso essere l’ultima foto tratta dalle mie vacanze oltre Manica, allegarne altre a queste pagine sarebbe ridondante.
Vorrei poter dipingere i miei stati d’animo. Userei certamente un sacco di colori.
Foto del giorno N°15 – Italians do it better!
* Eilan Dolan Castle, Oban (Scotland): 4.75£.
L’italiano all’estero, si sa, è babbo, ma riesce sempre ad arrangiarsi…
Agonia
Altra giornata di fine estate.
Ogni anno cerco di perpetrare accanimento terapeutico nei confronti di questa stagione, cercando di tenerla in vita anche quando ormai sarebbe da mettersi l’anima in pace e riprendere con la vita di tutti i giorni.
Non ne ho voglia.
Tra poco inizierò con la tesi, anche se ancora dal laboratorio tutto tace.
Di sicuro dovrei mettermi sotto a studiare.
Magari domani.
Sempre che l’agonizzare delle vacanze cessi una volta per tutte.
Foto del giorno N°7 – The Masterpiece
* non so perchè, ma tra tutte le 800 foto questa la trovo sconvolgentemente bella. Indubbiamente la migliore tra le quasi 300 fatte da me.
L’insostenibile leggerezza di un boeing
La mia prima esperienza con gli aerei merita di essere raccontata, poichè, come tutte le prime volte in generale, è stata un assurdo. L’idea di stare in una trappola da cui è impossibile fuggire, sospeso a 10k metri dal suolo, totalmente impotente, è stata un tarlo terribile nel mio cervello per le ore precedenti a tutti e quattro i voli effettuati. Forse è solo la mia arroganza, o magari è tutto dovuto al fatto che io nutro fiducia pari a zero nell’operato del prossimo, tuttavia ho scoperto quanto sia odioso non essere artefici del proprio destino. Non so nemmeno bene come spiegarlo, ma stare in un posto in cui non si ha la minima possibilità di perpetrare l’autoconservazione è angosciante come poche altre cose. Pensandoci, in quante altre situazioni si è totalmente impotenti in caso di imprevisti che minino la sicurezza di noi stessi? Non me ne viene in mente nessun’altra. Questa è stata la mia paranoia principale. Una volta a bordo però, la situazione è diversa. Lo spettacolo che si vive vale in toto il prezzo del biglietto, basta unicamente non focalizzarsi sull’idea di essere in un aereo. Non è semplice, ma se la vista lo consente, si viene rapiti a tal punto da ciò che si vede che allontanare i pensieri poco stimolanti non è poi così complesso. Anche le sensazioni dovute all’incremento o alla diminuizione della forza di gravità sul mio corpo mi sono piaciute un sacco. L’ultimo dei quattro voli l’ho passato interamente incollato al mio oblò/finestrino come fossi un bambino su una giostra. A pensarci bene Povia ha ragione: è bello stupirsi delle cose come fanno i bambini. Io però, a differenza sua, riesco ancora a farlo e quindi mi reputo fortunato. Chiudendo l’iniciso, scrivere cose intelligenti non lo autorizza certo a metterle in musica in maniera pessima.
Tirando le conclusioni del discorso, viaggiare in aereo è bello se si ha la forza, la sfrontataggine e l’incoscienza di farlo. Certo che se sceso dal velivolo il primo pensiero è quello che ho avuto io, ovvero: “E’ andata, sono vivo!”, evidentemente quelle tre caratteristiche non sono poi così presenti.
Foto del giorno N°5 – L’insostenibile leggerezza di un Boeing
* da ovunque lo si guardi, il cielo è sempre bello.
Fioretto
Mia nonna diceva che quando si fa un buon proposito, si fa un fioretto. Eliminando la connotazione religiosa al tutto, voglio provare a fare un fioretto per l’anno lavorativo che va ad incominciare, intendendolo nel senso più propositivo del termine.
Quest’anno voglio realmente provare a mettermi in forma. Niente fisicata o robe del genere, semplicemente iniziare a mangiare in modo meno convulso, in dosi più regolari e con una dieta più varia. Vorrei non eliminare la birra, ma limitarne il consumo, e mi piacerebbe introdurre la colazione nella mia vita. Espresso “sveglia” e cornflakes col latte, niente di particolare. Se riesco e capisco come fare senza spendere milioni di petroldollari, mi piacerebbe consultare un dietologo. Credo che sia dall’età di 9 anni che ho perso il mio peso forma e vorrei quantomeno sentire se è possibile recuperarlo senza eccessive rinunce. Certo, sarebbe figo potersi far asportare un pezzo di tubo digerente per assimilare meno, sarebbe anche molto molto comodo e non richiederebbe alcun sacrificio, ma amo il mio apparato gastro-intestinale e non mi piace nemmeno l’idea di privarmi di una parte di esso che potrebbe sempre rivelarsi utile un domani.
I sacrifici ignoti che si parano all’orizzonte rendono questo fioretto più simile ad una spada di Damocle.
Foto del giorno N°4 – Hail to the king
* non credo che servano commenti…
Estate
Finalmente è arrivato il meritato riposo.
La sessione d’esami si è chiusa oggi alle 19, quando sul sito del dipartimento di endocrinologia ho appreso di aver passato Patologia, anche con discreta verve.
Ottimo.
E’ bello sentirsi finalmente leggeri e spensierati. Vedere i propri nervi distendersi lentamente e poter pensare solo a come buttare via le giornate tra Playstation, musica e un discreto quantitativo di alcolici. Di tutto il periodo vacanziero la parte migliore è senza dubbio questa, quando ancora si deve partire e quindi c’è l’aspettativa per quella che nei piani dovrà essere la vacanza del secolo. Saranno due sane settimane di cazzeggio, pratica verso la quale mi sento particolarmente portato. Anche i miei ascolti musicali si stanno adeguando al clima di leggerezza, a farla da padrone in questi giorni sono i Fenix TX, con il loro self titled, e gli MxPx con “Panic”. Quest’ultimo cd è stato una piacevolissima sorpresa, visto che i diretti precedenti mi avevano lasciato con l’amaro in bocca. Se dovessi eleggere due tracce ideali per fare da colonna sonora a questa settimana direi “Surf Song” del primo e “Heard that Sound” del secondo. Yeah!
Il lato negativo di questa parte dell’anno sono le zanzare. Se potessi eliminarle tutte ed essere sicuro che soffrano mentre lo faccio, non ci penserei due volte.
Il lato positivo sono indubbiamente i cubini che prendono il posto della birra e lasciano in bocca il classico gusto d’estate.
Bene, la pigrizia sta già avendo il sopravvento e quindi mi sta passando la voglia di scrivere. Chiudo con una chicca vintage. A buon intenditor…
A me piace l’estate perchè i vestiti costano poco
A me piace l’estate perchè la mia mamma mi fa il gelato
Posso andarmene al mare a giocare con paletta e secchiello
Quando viene l’estate mostro a tutti che sono masiello
A me piace l’estate (Uoh-oh-oh)
L’estate è il mio momento clou (Mio momente clou – momento clou)
Posso andarmene al mare (Uoh-oh-oh-oh)
Qua non ci voglio stare più (Non ci stare più – ci stare più)
A me piace l’estate perchè metto le braghe corte
A me piace l’estate perchè in spiaggia si gioca a carte
Vedo tante ragazze tutte quante poco vestite
Preferisco il caldo alla temperatura mite
A me piace l’estate (Uoh-oh-oh)
L’estate è il mio momento clou (Mio momente clou – momento clou)
Posso andarmene al mare (Uoh-oh-oh-oh)
Qua non ci voglio stare più (Non ci stare più – ci stare più)
H’S’P – Estate (1999)
Stranger than fiction
Un mio amico mi ha dato l’indirizzo di un blog intitolato “primadipartire“. Chi lo scrive è un ragazzo più o meno mio coetaneo che si è tolto la vita Lunedì, dopo aver discusso con il mondo per mesi della sua decisione irrevocabile.
Leggendo il blog dal principio c’è diverso materiale su cui riflettere.
Non so se la mia curiosità nei confronti di questa vicenda sia pessimo “voyerismo” o tentativo di comprendere la psicologia di una persona tanto diversa da me.
Sono discretamente turbato.
PS: Leggendo il blog sopracitato ho notato diversi commenti di una “Bri” che tende ad esprimersi come la mia Bri. Che sia lei? Mah… forse sono solo allucinato… però…
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