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Leggere prima di firmare è buona norma

Chi scrive è notoriamente favorevole e legato al mezzo referendario. Da sempre, tanto da considerarlo spesso l’unica vera arma rimasta al cittadino italiano per esercitare il suo ruolo democratico.
In questi giorni si legge in giro di una raccolta firme volta a promuovere un referendum in grado di abrogare la diaria per gli stipendi dei parlamentari. Lo si sta chiamando in vari modi, da “referendum anti-casta” a “taglia privilegi”, e la campagna portata avanti è spesso legata ai mezzi di informazione alternativi quali blog e social network. Come sempre accade in Italia però nessuno ne parla, non si da modo al cittadino di capirne i contenuti o venirne a conoscenza se questi non è particolarmente volenteroso o motivato, e si tende a portare avanti il tutto unicamente a colpi di slogan.
Io, scoperta la raccolta firme in questione, sono andato in comune a sottoscriverla insieme alla Polly. A Gessate eravamo i numeri 24 e 25, se non erro.
Oggi però, ascoltando “Tutto esaurito” ho realizzato di aver firmato senza le adeguate basi conoscitive, rischiando nel migliore dei casi di aver firmato un foglio senza utilità.
Innanzi tutto ho scoperto che le raccolte sono in realtà due, distinte. La prima, promossa dal Partito dell’Unione Popolare e la seconda invece promossa dal Comitato del Sole. Ho così deciso di andare un po’ più a fondo nella questione.
Per prima cosa, io non ho idea di quale delle due raccolte abbia sottoscritto. Già questo è sufficiente a farmi girare non poco le balle. In questo articolo infatti si spiega come i due referendum pongano richieste molto diverse. Stando ai dati riportati e a quanto diceva questa mattina in radio un esponente del Movimento 5 Stelle, il referendum proposto dall’Unione Popolare chiede unicamente l’abolizione della diaria, portando ad un risparmio generale neanche sufficiente a coprire le spese per il referendum stesso (credo, a logica, basandosi sul risparmio per l’anno in corso e non considerando comunque l’impatto degli anni a venire, ma comunque la cosa fa riflettere). I punti del Comitato del Sole invece sembrerebbero molteplici e meglio studiati, portando ad un risparmio decisamente più alto.
Altra faccenda importante, se non cruciale, è la “scadenza” della raccolta firme e la sua presentazione. Se nel caso del Comitato non risulterebbero vincoli temporali di sorta, la sottoscrizione dell’Unione reca limiti precisi, anche se non facili da reperire in giro con chiarezza, e questo forzerebbe la presentazione del quesito referendario per l’anno venturo, il 2013, annullandone immediatamente la messa in essere pechè impossibile effettuare referendum nell’anno delle elezioni politiche. La norma è spiegata per bene nell’articolo citato prima, non sto a riportarne il contenuto.
Pare quindi che questa raccolta firme sia, a tutti gli effetti, una grossa perdita di tempo.
Per finire, giusto per riportare in comletezza tutti i dubbi e le questioni che ho reperito in ambito, sulle liste dell’Unione Popolare c’è chi sospetta addirittura il tentativo di truffa. L’inammissibilità di quella raccolta firme, dovuta ai problemi già visti, non sarebbe infatti dovuta sfuggire a chi si prefige di ottenere un risultato usando il referendum e questa cosa presterebbe il fianco al sospetto che in realtà il vero fine di queste firme sia avere del materiale buono da copiare e riciclare per la presentazione delle future liste elettorali, alimentando i casi tristemente noti di firme false come ad esempio quello che vede imputato il presidente della regione Lombardia Roberto Formigoni.
Se anche quest’ultimo dubbio fosse eccessivamente complottista, almeno a mio parere e nonostante quanto di peggio abbia già messo in mostra il nostro Paese in certe circostanze, resta la certezza di una scarsissima informazione riguardo una raccolta firme fondata su un insindacabile risentimento popolare nei confronti dei politici (che la si finisca di dire antipolitica. Il problema sono gli uomini.), che però rischia di veder disperse le energie lasciando ancora una volta i cittadini con l’amaro in bocca.
Come detto io ho firmato.
Non sapere cosa nè con che utilità l’ho fatto mi fa sentire male e questo post spera di poter essere utile a chi ancora sta decidendo se fare altrettanto o meno.

1 commento su “Leggere prima di firmare è buona norma”

  1. Anche io ho letto qualcosa in rete e confermo che probabilmente la raccolta sarà inutile proprio perchè nel 2013 ci saranno le elezioni e non sarà possibile presentare una richiesta di referendum nello stesso anno…
    Non so nulla invece riguardo ai costi e ai risparmi previsti.

    A questo punto sono indeciso: lascio perdere perchè molto probabilmente sarà inutile o vado comunque a firmare per contribuire al numero e mostrare che, sebbene questa raccolta non andrà a buon fine, idee di questo tipo vengono appoggiate davvero e non solo condividendo post su facebook?

    Bel dilemma…

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