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Sto sul cazzo (anche) a Makkox

La lista delle personalità illustri (?) che non vogliono avere a che fare con me online annovera un nuovo iscritto.
Da un paio di giorni, infatti, ho realizzato di essere stato bloccato su twitter anche da Makkox, quello dei fumetti di satira politica. E’ andata così*:

Giuro, non c’è altro, quindi da qui in poi son solo io che sbrocco, sappiatelo.
La prima cosa che mi fa incazzare è il modo. Io rispondo ad un tweet in maniera direi civile, lui mi fa la paternale lanciandosi in psicoanalisi di stocazzo e quando gli spiego che, molto più semplicemente, non ha capito quel che ha letto si incazza e mi blocca.
Come lo scopro? Così:

Un altro tipo torna sull’argomento e mi rendo conto di non poter leggere nulla del pregresso perchè, appunto, sono stato bloccato.
Senza una spiegazione.
Io lo so che una persona “famosa” ha probabilmente migliaia di hater da bloccare e che non può prendersi la briga di spiegare a ognuno il perchè, tuttavia non sentendomi affatto parte della categoria e avendo questa visione distorta della rete come di un’appendice della vita reale dove valgono le regole della vita reale, trovo questi atteggiamenti isterici davvero insopportabili.
Tipo quando scazzi con una persona e questa invece di dirti che s’è presa male o anche solo mandarti affanculo, smette di parlarti. La trovo la cosa più infantile e ridicola che esista.

La seconda cosa che mi fa incazzare è il pulpito.
Makkox è uno che di lavoro prende per il culo la gente. Fa satira politica (molto buona, va detto), esprime dissenso. Non è Gasparri, mannaggia i preti, è uno che ti immagini sia aperto alle opinioni altrui. Ma come cazzo devi stare a vivere di satira e non tollerare chi dissente da quel che dici? Che cazzo di disturbi della personalità puoi mai avere se hai bisogno di mettere a tacere, bloccare, silenziare chi ti contraddice quando di lavoro contraddici gli altri?
Solo a me pare ridicola la cosa?
Magari sì eh, ma GIURO che se qualcuno venisse a dirmi che quel che ho scritto non ha il minimo senso tutto farei fuorché metterlo forzatamente a tacere, fingendo che non esista. Tutto per continuare a campare nel mio piccolo ambientino creato ad hoc, in cui tutti mi fanno i pompini per quanto sono bravo e intelligente e acuto, tutti la pensano uguale e poi il 5 marzo si interrogano all’unisono su come abbia fatto il M5S a vincere le elezioni quando il WEB era tutto dalla parte opposta. 

La terza cosa che mi scogliona, probabilmente quella che mi infastidisce di più, è la presunzione.
Come dico spesso, la roba figa di twitter o dei social in generale è l’essere orizzontali. Si può interagire con chiunque e dire la propria su tutto** avendo la certezza che il messaggio arrivi a chi di dovere. Magari non verrà letto, magari non verrà commentato o non si riceverà risposta, ma se si ha il bisogno di far arrivare un concetto, con i social si può almeno fare un tentativo. E’ una bella rivoluzione. 
A differenza di quanto può pensare un grillino, questo non vuol per niente dire che “uno vale uno”, perchè sui social vigono esattamente le stesse regole di potere che regolano la vita reale. Io non sono nessuno, online come IRL, ho un seguito che vola intorno alle 300 persone, 200 delle quali sono probabilmente amici e BOT. Se di follower ne avessi avuti, che ne so, 300K, quello che è successo qui sopra avrebbe avuto un esito diverso perchè, banalmente, 300K persone si sarebbero poi sciroppate la mia versione dei fatti, ovvero un pippone su quanto Makkox sia puerile e presuntuoso, e lo avrebbero ricondiviso ad altre X mila persone. Questo non vuol dire che lo scambio di opinioni non ci sarebbe stato, avremmo comunque avuto idee diverse, ma non sarei stato liquidato come un coglione fastidioso da mettere a tacere. 
Invece è facile cancellare me dai radar, fare finta io non esista, perchè effettivamente non esisto. Ho scritto di sta storia su twitter e ho alzato una decina di like e forse un RT (che è poi quel che conta davvero, coi like che ci faccio?). Ora ci butto giù un post non tanto perchè penso possa avere esito diverso, ma perchè ho il cazzo girato e mi va di sfogarmi. Certo, lo condividerò, ma non succederà un bel niente.

Chiudo con una postilla. 
I peggio non sono i VIP che si offendono come i bambini o che rispondono piccati senza porsi il dubbio dell’aver capito quel che era stato detto loro. Per quanto illustri sono persone e fanno gli stessi errori che fanno tutti, io per primo (e spessissimo, oltretutto).
I peggiori sono quelli che in uno scambio di opinioni stanno a prescindere dalla parte del più forte, quelli che mettono il like senza porsi nemmeno il dubbio che il loro beniamino possa aver scritto una cazzata o non aver capito il punto. Gente priva di spirito critico, disabituata ad usare il cervello, che si ammassa dove c’è più consenso, ingigantendo la piaga e nutrendo ego già ipertrofici di loro.

Internet è l’apocalisse Zombi.
Fateci caso. 

* riesco a risalire agli screen delle conversazioni anche dopo essere stato bloccato perchè in realtà sono un hacker potentissimo. Don’t try this at home.

** vabbeh, la cosa bella IN LINEA TEORICA.

5 commenti su “Sto sul cazzo (anche) a Makkox”

  1. Secondo me è entrato nel tuo profilo e ha visto che sei milanista. Tutto qua.
    (Scherzi a parte, condivido in toto il punto 1 e il punto 3, il punto 2 in parte: l’averti bloccato in questo modo forse è sintomo di un’attitudine alla chiusura, ma non è sufficiente a stabilirlo con certezza. Magari aveva il cazzo girato in quel momento, magari perchè sei milanista, magari fa così in rete ma fuori è diverso – che i social siano la vita reale è una tua opinione, è probabilmente ciò che accadrà nel futuro, nel 2018 in Italia per molti non è così, la vivono diversamente. Di certo ha fatto una cazzata.)

  2. É esattamente come dici, non per tutti i social sono la vita reale. Io però quelli che usano i social come un gioco di ruolo non li sopporto, specie se la controparte internettiana è stronza/odiosa/maleducata. Questo per dire che nella vita reale può essere un’altra persona, ma per me non sarà mai un’attenuante.
    Poi oh, avrà avuto i suoi motivi e a posto così. Per me può andare in culo.
    Poi chiaro, difficilmente non leggerò più roba sua e ancora più difficilmente eviterò di ridere leggendola (di solito le robe sue mi piacciono). Però ecco, se ieri fossi passato da uno stand dove fa i disegni forse avrei fatto la coda per stringergli la mano, domani ne dubito.

  3. Sorry, dissento su tutte e tre le tue premesse.
    La rete non è vita reale, non è automatico che chi fa buona satira (la sua, per inciso, è mediocre) sia aperto alle critiche, anzi trovo più esempi contrari, e la roba figa dei social non è essere orizzontali, e tu stesso spieghi bene perché non lo sono.
    Detto questo, concordo che sia puerile bloccarti per sta cazzata.

  4. Dissenti? TI BLOCCO EH! ;)
    Battute loffie a parte, non credo tu possa negare che le potenzialità orizzontali nei social ci siano. Ho esempi positivi, in tal senso. Ci sono ovviamente anche i problemi, ma derivano dalla natura delle persone e non dal mezzo, imho.
    Riguardo la satira invece non dico che fare satira implichi essere aperti alle visioni discordanti, che non sia così è palese e questo episodio è un esempio. Io dico che non capisco come possa non esserlo.

  5. Sul fare satira: pensando a chi fa satira, dai vignettisti agli stand-up, dai registi agli scrittori, grosso modo 8 su 10 degli esempi che mi vengono sono persone dall’ego sproporzionato, che è uno dei motivi per cui sanno fare satira, elevandosi sopra la media e giudicandola. Si, un paio di esempi contrari mi vengono, ma sono davvero la minoranza.
    Riguardo l’orizzontalità dei social, credo che stiamo semplicemente parlando di due cose diverse. Mi pare tu intenda che i social ti permettono di contattare chiunque direttamente. Per me orizzontale implica anche che i due tizi in contatto siano anche sullo stesso livello, e i social sono invece inerentemente iniqui per il motivo che spiegavi tu: uno vale (1^ il numero dei propri followers).
    Poi oh vaglielo a spiegare tu a quelli che credono che valga uno eppure confidano nello stato online.

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