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Lavoro

Soddisfazioni

Oggi il mio capo mi ha detto che sarebbe intenzionato a tenermi nel post laurea.
Il succo era che si riteneva molto soddisfatta del lavoro svolto.
Non ho voglia nè tempo di stare qui ad imbrodarmi, però è indubbio che mi abbia fatto un grande piacere.
Per il momento ho garantito che sarei rimasto sicuramente a finire quanto cominciato, dando come disponibilità sicura quella approssimabile ad un anno solare.
Più di così al momento sarebbe stato troppo per entrambe le parti.
Il futuro è ancora abbastanza lontano e questo è bene tenerlo a mente.
Questa soddisfazione tuttavia è assolutamente presente e spero mi aiuti a stringere i denti per il rush finale.
Serviva proprio un po’ di carica.

Le mie prime diapositive

Sono appena rientrato in casa dal laboratorio.
In attesa che venga pronto da mangiare ho deciso di scrivere due righe su un importante passo della mia vita nel magico mondo della ricerca: oggi ho preparato le mie prime “slides”.
Domani mattina mi attende il turno mensile del labmeeting, incontro settimanale in cui a rotazione illustriamo ai colleghi i progressi e gli intoppi del nostro lavoro, in modo da essere tutti più partecipi dell’operato altrui e, magari, di poterci aiutare insieme a superare momenti di eventuale stallo.
Essendo il mio gruppo di lavoro costituito da sole cinque persone, questa routine mi ha visto protagonista più o meno una volta al mese fin dal mio ingresso nel laboratorio, quindi non è affatto una cosa nuova per me.
Allora dove sta il grande passo?
E’ presto detto.
Essendo queste riunioni molto informali, di solito vengono fatte con fogli, appunti e quaderni, in maniera molto spartana. Il caso ha però voluto che io abbia ottenuto la maggior parte dei dati che domani presenterò nel periodo estivo in cui queste riunioni sono state sospese. Questo ha fatto sì che la mole di cose da illustrare domani sia piuttosto ampia e, quindi, ho deciso di aiutarmi facendo alcune diapositive in powerpoint.
Very professional.
Volendo però mantenere il clima di sobrietà, le ho fatte piuttosto semplici. Ci ho messo solo figure e grafici, senza nemmeno una didascalia o un titolo. Le userò solo per aiutarmi nella spiegazione vocale che spero così non risulti troppo confusa.
C’è comunque un po’ di tensione.
Prima di chiudere faccio un salto dal palo del lavoro alla frasca della politica.
Non amo Prodi.
Oggi però l’ho adorato.
E’ abbastanza scandaloso che in Italia ci debba essere un dibattito politico sul prestare protezione al capo di uno stato confinante deciso a recarsi in visita in un terzo stato ameno. Quando c’è di mezzo il Papa, tuttavia, siamo sempre pronti a dare il peggio di noi e quindi ecco la diatriba serrata sul fornirgli “protezione militare” per la sua visita in Turchia.
Ritenendo inutile precisare il mio parere a riguardo, o forse avendolo già svelato, mi limito a citare il Presidente del Consiglio:
“Protezione al Papa? Ci penseranno le guardie svizzere…”

Summertime…

…and the living is easy…
Una canzone del passato recitava così ed è difficile darle torto.
Da ieri sono ufficialmente in vacanza.
Questo non vuol dire che io sia al mare o che abbia smesso di lavorare, tuttavia la sessione estiva dell’Università si è conclusa ieri pomeriggio alle 14.30 con l’esame di Analisi dei Farmaci II, prova per altro superata con discreto successo.
Questa cosa, che per molti potrebbe non significare molto, per me invece è cruciale.
Andare in laboratorio a fare un lavoro che mi piace non pesa se una volta a casa posso finalmente spegnere il cervello e dedicarmi al niente più assoluto, anzi, è un ottimo modo per non annoiarmi.
Prendiamo oggi.
Sono arrivato in lab alle 8.30, con trenta minuti di anticipo, un po’ perchè ormai ero sveglio, un po’ perchè attendevo il risultato di un esperimento importante.
Come da copione, il risultato non è arrivato.
Pazienza, ormai ho capito che in questo lavoro ci dovrò fare l’abitudine quindi guardo avanti, si rifarà il tutto cambiando qualcosina e forse andrà meglio.
Forse no.
In ogni caso non è il momento per fasciarmi la testa visto che il problema non è dovuto a miei errori e che, soprattutto, anche stare a disperarsi non ha senso e non cambia le cose.
Via quindi a nuovi esperimenti, diversi, sperando di avere più fortuna.
Uscito dal lavoro, sono giunto a casa in poco più di venti minuti, arricchiti da una massiccia opera di “sing along” su freschi e giovani pezzi estivi.
Una volta avvolto nella privacy della mia cameretta, rigorosamente in mutande, mi sono guardato il primo Fast and Furious.
Decisamente un filmone.
Direi che sono stato seduto al compiuter anche troppo.
Vado a farmi una doccia.
Anzi, un bel bagno.
Tanto oggi ho tempo.
Fico.

Let’s talk abuot plus and minus

Sabato mattina.
Sono sveglio da poco e ho appena finito di mangiare.
Tempo di scrivere questa pagina e fare un salto in bagno e sarà ora di andare in laboratorio. Speriamo che la buona volontà venga in qualche modo premiata.
Non ho molto sonno.
E’ vero che sono andato a letto approssimativamente alle cinque del mattino ieri sera, ma è altresì vero che ieri pomeriggio, uscito dal lavoro, mi ero regalato un cospicuo sonnellino.
Non è proprio una sana condotta di vita, ma questo è il massimo che riesco a concedermi.
Tirare l’alba a chiacchierare con Missa era una piacevole abitudine anni fa, ora il suo ruolo è stato ridotto a simpatico diversivo.
Sarà la vecchiaia.
Comunque sia ieri è stato divertente, anche grazie all’Ali e a tutte le sue paturnie.
Giovedì invece sono sato ad una festa a tema Hawaii organizzata da un collega del besta che parte per tre anni alla volta della Germania. Ci sono andato con la Bri e mi sono proprio divertito.
L’ambiente lavorativo in cui mi trovo è decisamente piacevole anche al di fuori dell’orario di lavoro.
Questa è una grande fortuna.
I programmi per questo mirabolante Sabato sera danno in forte ascesa le quotazioni della “Fata Verde” dopo aver seguito la finalina mondiale. Il posto, inspiegabilmente, raccoglie molti consensi tra i miei soci. Dico inspiegabilmente perche si tratta di un locale del tutto fuori da quelli che sono i nostri standard di vita.
Forse è proprio per questo che ci andiamo.
Per sentirci esclusi.
Ho deciso di procurarmi tutte le serie di “Dharma & Greg” in attesa di riuscire ad avere l’ultima di “Dawson’s Creek” e la quinta di “Scrubs”.
Sono tristemente dipendente dai serial televisivi.

One step closer to life

Giungo ora dalla registrazione di Metodi Fisici in Chimica Organica e Chimica Analitica.
Venticinque.
Perfettamente in media.
Il mio compito era l’unico sufficiente su trentaquattro.
Devo ringraziare la professoressa che, sebbene non abbia l’abitudine di fare un orale dopo la prova scritta, mi ha concesso di andare a correggere il compito per migliorare il voto.
Esiste ancora gente degna di ammirazione all’interno dellUniversità.
Tirata quindi la consueta riga rossa sul foglio protocollo che reca l’elenco degli esami del mio corso, mi ritrovo a tre orali ed uno scritto dalla fine.
Come dire che ancora non vedo la luce, ma inizio a sentire dipanarsi l’odore stagnante di chiuso che impregna questo tunnel.
Oggi sono anche arrivati i dati degli esperimenti che ho svolto in questo week-end di lavoro. Neanche a dirlo, sono piuttosto enigmatici.
Credo che appena finito di scrivere queste righe manderò una e-mail oltre oceano al mio capo, chiedendo delucidazioni e possibilmente indicazioni.
Lo stronzo che sputa sulla mia macchina ha colpito ancora.
Era un po’ che non si faceva vivo, il vile, forse anche perchè avevo cambiato parcheggio. Oggi tuttavia sono arrivato tardi al lavoro e l’unico posto disponibile era quello soggetto all’insalivazione dei finestrini. Inutile dire che l’augurio che faccio a questa persona è il medesimo fatto poc’anzi al commentatore anonimo.
In casa continua a non funzionarmi il telefono. Fortunatamente la connessione questa volta funziona, tuttavia iniziano a girarmi fortemente i coglioni. Mio padre mi ha chiesto di informarmi riguardo a Fastweb, ma dalle prime info raccimolate la spesa raddoppierebbe.
Credo sia anche normale, magari con quel 50% in più ci si paga l’eventuale assistenza.
Tra ventisei ore gli azzurri affronteranno la Germania nella prima semifinale mondiale.
Tensione.

Si riaprono i contatti con l’esterno

Back on the net.
Dopo una settimana esatta, l’Infostrada ha riallacciato la mia linea telefonica e con lei è tornato il tanto atteso accesso ad internet. Senza poter accedere al blog mi sentivo a disagio. Non ho mai così tanta voglia di scrivere come quando non ne sono in possibilità.
In questa settimana sono successe molte cose, ognuna delle quali forse avrebbe ottenuto una paginetta propria su questo sito se ne avessi avuto le possibilità. Così non è stato ed ora sono nelle condizioni di dedicare a questi argomenti solo poche parole.
Ora il problema è scegliere quali e credo che per certe questioni sarà tutt’altro che facile. Come spiegare tutto ciò che mi è passato per la testa riguardo l’immediato dopo cena di Venerdì scorso?
Pensieri contrastanti, riflessioni, paure.
Speriamo vada tutto a finire per il meglio.
Per non parlare del fatto che ha chiuso uno dei locali chiave della mia vita: le Grotte di Realdino. E’ strano ricordare come ai tempi del liceo andarci fosse l’evento, mentre ultimamente passarci la serata era più assimilabile ad una tortura. Eppure il locale è sempre rimasto uguale a se stesso.
Noi no, evidentemente.
Sebbene uno dei sogni ricorrenti fosse vincere abbastanza soldi per comprare quel pub e raderlo al suolo, ora che ha chiuso sono dispiaciuto.
Sono schiavo della malinconia.
Più faccio mente locale più mi vengono alla mente cose accadute in questi giorni di cui vorrei parlare, come il live dei BoySetsFire di Lunedì, senza dubbio il concerto più HC che io abbia mai visto. Mai stato al cospetto di cotanta attitudine, mai visto un gruppo dare così tanto per un pubblico di sì e no cinquanta persone. Stima a profusione per loro.
Fa caldo.
Stare al computer ancora mi diventerebbe un peso.
Per questo dovrò esimermi dal parlare di Pessotto, se non facendogli un “in bocca al lupo” carico di stima, della nazionale che senza sapere bene come si ritrova ai quarti di finale, del “NO” che vince, ma non convince al referendum pur guadagnandosi il mio voto e del lavoro che assieme ai primi risultati porta un carico ancor più gravoso di impegno.
Non è detto che non torni magari nei prossimi giorni su questi temi, ma anche così non fosse non mi spiacerebbe più di tanto.
Non amo scrivere a freddo.

Foto del giorno n°10 – Last but not least
Maledetta Sterla
*In un’immagine, il meglio ed il peggio di Londra.

Frutti della sofferenza

Sono morto.
Dopo l’esame sono passato in lab per piastrare le cellule. Domani trasfetto in triplicato per i miei esperimenti. Se non fossi andato oggi sarebbe slittato tutto a sabato e, oggettivamente, non me la sono sentita di fare il sabato in laboratorio.
Non ho pranzato.
Intorno alle sette di questa sera avevo i crampi dalla fame, ora credo di essere in preda alle allucinazioni. Col regime alimentare che mi sono autoimposto saltare un pasto può essermi letale. Intanto però ho perso 3 chiluzzi, stando a quanto sostiene la bilancia. E’ anche vero che questa mattina mi sono pesato dopo aver epulso dal mio corpo ogni genere di rifiuto organico, quindi pesare meno era plausibile, tuttavia penso di stare lavorando bene.
Questa sera c’è la prima partita di cartello di questi mondiali: Argentina-Olanda. Me la guarderò volentieri sperando di vedere del bel calcio. Ieri sera Inghilterra-Svezia ha deluso molto, non fosse per il supergol di Joe Cole.
Bando alle ciance, dunque, e via al bel calcio.
Almeno spero.

Foto del giorno n°9 – I saw panic in her eyes
Che teneri...
*Hooligans?

Discorso complesso

E’ difficile spiegare il problema che mi attanaglia sul lavoro.
Oggi ho ripetuto l’esperimento di Mercoledì scorso, per confermare il risultato. Ciò che ne è venuto fuori è un dato che al contempo avvalora e smentisce quanto prodotto in settimana, lasciandomi con in testa un discreto caos.
Vediamo se scrivere il tutto con calma, pazienza e a mente fredda mi aiuterà a trovare il bandolo della matassa.
I frutti dell’esperimento in questione sono delle attività luciferasiche X. Queste dipendono dai livelli di “Firefly” luciferasi prodotti da HeLa Cells trasfettate con costrutti plasmidici presentanti al loro interno la sequenza promotoriale in analisi. Questa è deputata a regolare la produzione della proteina, alias appunto Firefly.
Tanto più grande è il valore di X misurato, quanta più proteina è stata prodotta dalle cellule.
Perchè il valore ottenuto sia significativo, occorre tuttavia un controllo dell’efficienza di trasfezione. Su più misurazioni potrebbe infatti verificarsi una variazione di X non dovuta alla diversa attività della sequenza promotoriale studiata, ma al fatto che le cellule che hanno internalizzato il costrutto e che quindi siano in grado di produrre la proteina (quelle che si definiscono trasfettate) siano in quantità differente. Per questo motivo nelle stesse cellule si trasfetta un secondo costrutto contenente “Renilla” luciferasi controllata da una sequenza promotoriale molto forte e di sicuro e costante funzionamento, quella virale di CMV . Sarà possibile quindi misurare un’ulteriore attività N dovuta alla seconda proteina trasfettata (Renilla) e indicativa dell’efficienza di trasfezione. Il rapporto X/N consente di equiparare esperimenti dalle diverse efficienze, eliminando quindi dai dati elementi dovuti alla variabilità sperimentale.
Nelle prove fatte fino ad ora il rapporto X/N si è riconfermato, evidenziando una certa validità nel dato. Questo è molto positivo e, di conseguenza, non è qui che sta il problema.
Lo studio è volto a misurare l’attività della sequenza promotoriale quindi serve anche un termine di paragone e controllo negativo, rispetto al quale io possa esprimere quanto funziona la sequenza che sto studiando. Per fare questo dovrò trasfettare le cellule anche con un costrutto in cui prima del gene per la Firefly non si trova alcuna sequenza promotoriale. Andando a misurare Y, ovvero l’attività luciferasica di Firefly in queste cellule, potrò quantificare il background che non è altro che l’attività non dovuta all’azione della mia sequenza in analisi, bensì intrinseca. Anche l’efficienza di questa seconda trasfezione va tuttavia testata perchè sia attendibile, quindi anche in questo caso è necessario calcolare un rapporto Y/N’ come fatto in precedenza, rendendo anche questi controlli paragonabili tra loro.
Ottenuto questo valore, basterà calcolare (X/N)/Y/N’) per vedere di quante volte la mia sequenza innalza la produzione della proteina rispetto al controlo in cui questa non viene prodotta.
Facendo un esempio numerico:
X= 100000
N= 2000000
X/N= 0,05
Y= 1000
N’= 3000000
Y/N’= 0,00033
(X/N)/Y/N’)= 151,52
Questo sta a significare che la mia sequenza promotoriale innalza la sintesi della luciferasi di 152 volte circa.
Il problema consiste nel fatto che, come detto, le trasfezioni non vengono sempre nello stesso modo e una valutazione sensibile come la luminescenza amplifica le piccole differenze tra i diversi assay dovute alla manualità dell’operatore.
Perchè tutti gli scrupoli volti a normalizzare che ho scritto fino ad ora non sono d’aiuto?
La risposta è semplice. Come spiegato, l’efficienza di trasfezione è data da N e N’, numeri che di volta in volta possono variare anche di parecchio. Essendo però la variazione dovuta all’efficienza, dovrebbe variare proporzionalmente anche X poichè se più cellule hanno acquisito i costrutti esprimeranno una quantità maggiore di entrambe le luciferasi, mentre se ne avranno acquisito un minore quantitativo saranno entrambe le attività a calare. Per quanto riguarda il rapporto X/N non ci sono quindi problemi poichè, come ha senso che sia per quanto detto fino ad ora, questo si mantiene stabile. I problemi nascono invece rapportando Y ad N’ perchè se anche aumenta l’efficacia della trasfezione e più cellule accoglieranno i costrutti al loro interno, sarà solo N’ a crescere, poichè Y non dipende dall’efficienza essendo il valore dell’attività di un costrutto privo di attività. Per questo motivo andando a calcolare (X/N)/Y/N’) avrò ogni volta valori diversi, come se la mia sequenza funzionasse in maniera differente.
Questo è il nocciolo della questione.
Più ci penso e più penso che la soluzione del quesito sia banale, solo non mi viene in mente.
Devo riflettere.

Foto del giorno n°4 – Tower Bridge
Tower Bridge
* Dedicata a Peich, Orifizio, Fex e Pio. Una settimana a Londra e non l’hanno visto. Babbi.

Teoria vs Pratica

Ho dei dati.
Sembra incredibile, ma finalmente ho ottenuto dei dati decenti ed interessanti dal mio lavoro. Il primo dei tre esperimenti cui facevo riferimento qualche tempo addietro, quello di analisi luminometrica di cellule trasfettate con sette diversi costrutti promotoriali, ha finalmente prodotto dei risultati validi e sensati. Sono serviti mesi per liberarmi di problemi legati al lumenometro, al kit utilizzato per l’assay, all’efficienza di trasfezione, al micoplasma e ai clonaggi, ma alla fine sembrerebbe che io ne sia venuto a capo.
L’uso del condizionale è ancora d’obbligo poiché l’esperimento andrà ripetuto almeno altre due volte perché il dato si confermi ed abbia valenza statistica, tuttavia voglio permettermi un po’ di ottimismo e di soddisfazione per quanto fino ad ora svolto.
Sono contento.
A guastare questo mio stato d’animo comunque ci ha pensato la cara e vecchia Università che ha fissato l’appello di Chimica Analitica per Martedì prossimo. Ho quindi addirittura quasi sei giorni di anticipo per preparare adeguatamente il secondo tentativo di approccio alla questione, dopo quello fallimentare di Febbraio.
Per dirla alla Taking Back Sunday, “I’ve got a bad feeling about this”.
Se non bastasse, ultimamente ha fatto la sua comparsa in quel della Bicocca un simpaticissimo figlio di puttana che si diverte a sputarmi sul finestrino anteriore sinistro della macchia. Non ho idea di chi sia, ma la sistematicità con cui opera mi porta a pensare non centri proprio la mia macchina tra tutte per sbaglio. Secondo me l’infame mi conosce, anche se non ne ho la certezza e non mi viene in mente nessuno di tanto vile da prestarsi ad atteggiamenti del genere. Il mondo però è vario e di idioti senza palle ce n’è ogni minuto qualcuno di più, quindi tutto può essere. Il giorno che per fermarsi a sputare verrà falciato da qualche pirata della strada è vicino, quindi sono sereno.
Ieri sera la partita del Brasile è stata orribile. Ronaldinho era l’ombra di se stesso, Adriano ha confermato il suo momento di poca attinenza col calcio, Ronaldo sembrava un manichino di marzapane e tutti gli altri non sono certo calciatori che possono creare così tante aspettative di bel gioco. L’unico a salvarsi è stato Kakà che, pur non giocando una partita sufficiente, almeno si è ricordato che per vincere bisogna tirare verso la porta avversaria. Molta delusione, insomma. Giusto quello che serviva per far calare ulteriormente la mia voglia di mondiali, già seriamente gambizzata da Sky.
Da qui a smettere di seguirli, ovviamente, ce ne passa.

Foto del giorno n°3 – Big City Night
La notte a Londra
*Questa è proprio bella…

Mattinata non lavorativa

Questa mattina non sono andato in laboratorio.
Quel che ho da fare posso farlo tranquillamente nel pomeriggio. Da un po’ di tempo non scrivo di quanto faccio al lavoro perchè nelle occasioni in cui l’ho fatto, sistematicamente, tutto poi andava per il peggio. Oggi tuttavia mi sono ricordato di non essere superstizioso, non sempre almeno, quindi eccomi qui. Dopo un periodo decisamente avaro di soddisfazioni, in questa settimana sono riuscito a gettare le basi per tre importanti esperimenti: un’immunofluorescenza, un saggio luminometrico ed un RNAsi Protection. Se la strada continuerà senza intoppi c’è la possibilità che in un paio di settimane io possa avere i primi dati concreti per la mia tesi. Non è detto che questi debbano essere positivi, potrebbe benissimo risultare dagli esperimenti che tutte le idee che abbiamo avuto si rivelino sbagliate. Comunque vada però avrò finalmente qualcosa di concreto per le mani e questo è l’importante. Certo, se i risultati fossero positivi sarebbe decisamente meglio. Odio amare così tanto questo lavoro.
Invece di dormire fino a mezzogiorno come solitamente amo fare appena ne ho la possibilità, in mattinata ho fatto visita agli assicuratori della Unipol per il sinistro di Gennaio che ha visto la morte della mia macchina fotografica. Dopo una strenua contrattazione sono arrivato a farmi rimborsare 200 euro. Non male direi. Con l’assegno atteso tra otto giorni lavorativi potrò finalmente comprare una nuova fotocamera digitale. Con quel budget posso permettermi una onestissima A520 della Canon e avanzare anche qualche eurino. Questa almeno è l’idea di base, ma ancora devo sondare bene il mercato prima di operare una scelta definitiva.
Altro discorso aperto nel campo degli aquisti Hi-tec è la questione notebook, alias portatile. Il modello è stato selezionato: sarà un HP.
Ora resta da trovare il modo di pagarlo meno dello sproposito che costa.
A chiudere il bilancio del periodo, che assume sempre più le fattezze di un noto film di Dario Argento, si collocano gli stanziamenti per il viaggio di due giorni a Londra. Al momento, senza aver nemmeno pensato a cosa mettere in valigia, la spesa effettuata è di circa 130 euro. Non male per una gita fuori porta.
Dannata sterla.
E’ quasi giunta l’ora di andare in laboratorio.
Il regime alimentare che mi sono autoimposto da Lunedì fa si che le mie giornate siano incentrate sulla fame. A qualsiasi ora. I picchi si raggiungono prima dei pasti, comprensibile, e subito dopo i pasti, meno comprensibile. Non che mi sia messo a digiuno, semplicemente ho rimpiazzato la colazione con un caffè e il pasto completo di mezzogiorno con un secondo, un contorno ed uno yogurt magro. Tutto rigorosamente senza pane. Più o meno lo stesso discorso vale per la cena, dove però mangiare meno è decisamente difficile visto che i miei non fanno che gettare roba nel mio piatto e che la mia forza di volontà è inversamente proporzionale alla fame.
Ora è effettivamente il momento di mettersi in marcia.
Quasi quasi mi porto in macchina “Deja Entendu” dei Brand New.