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Lavoro

Il vicino

Ieri sera sono stato alla festa di compleanno di Elena, la dottoranda che mi segue durante la tesi.
E’ stata veramente una serata piacevole.
Il tutto è iniziato scoprendo che Paola, la ragazza che divide il bancone con me, è la figlia del capo di Aui. Ovviamente ho già fatto presente al povero Destru le mie intenzioni di utilizzare questa informazione a mio vantaggio lasciandomi andare ai più biechi ricatti.
Non sembrava dare importanza alla cosa.
Cambierà idea.
Tornando alla festa, la mia macchina ha portato in loco me, Andrea e Paola per le 21.20. Elena abita in via Tibaldi al 27. Abbiamo parcheggiato all’ex C-Side. Una volta in casa, chiunque io abbia interrogato su dove avesse lasciato la macchina, mi rispondeva sistematicamente: “Qui sotto.” Non è stato bello apprendere di essere l’unico idiota che, dopo quaranta minuti alla ricerca di un posto, aveva dovuto parcheggiare oltr’Alpe.
Alla festa, oltre a quasi tutti i ragazzi che lavorano da noi, erano presenti anche soggetti di notevole caratura che hanno fortemente contribuito al mio personale divertimento.
Su tutti, l’eroe indiscusso si è rivelato essere il vicino di casa di Elena: atteggiamento da vero appartenente alla Milano bene, parlata milanese con spiccato accento bergamasco e attitudine a reale guest star della serata.
In due parole: un cretino.
Di quelli che però non si può non ammirare. Tempo di fare le presentazioni e ha aperto a trenta perfetti sconosciuti le porte di casa sua. La gente entrava e usciva come fosse lì residente, c’era chi fumava in salotto e chi apriva il frigo per cercare da bere.
Lui, al centro del movimento, si sentiva evidentemente al suo posto.
Due parole vorrei spenderle sulla dimora di questo tizio: casa enorme, ascensore privato che gli arriva in anticamera, mobili settecenteschi e porta della camera da letto a scomparsa all’interno di una enorme libreria in mogano che conteneva, tra i vari volumi, una Treccani da almeno dodicimila euro. Questo è quanto gli ha lasciato il padrone di casa affittandogli l’appartamento. Ora elencherò i tocchi di stile apportati da lui: cartello stradale di obbligo di svolta a destra all’ingresso che punta la cucina, poster di Carletto Mazzone con la scritta “io a Bergamo non posso entrare”, faccia di berlusconi incollata su un dipinto apparentemente antichissimo raffigurante una donna di fine ottocento, modella poco vestita incorniciata e appesa affianco al previa citato dipinto e neon blu in bagno.
Vedendo la casa siamo rimasti tutti piuttosto sconvolti.
La festa come detto è sicuramente ben riuscita, abbiamo apprezzato tutti.
Sono andato a letto alle 2:00.
Stamattina, al journal club delle nove, le nostre facce alla frase del capo: “Oggi ho un po’ sonno” sarebbero state da fotografare.
Chiudo con un paio di informazioni di servizio.
La prima riguarda il secondo vincitore del Template Contest: Max. Mi ha dato un grosso aiuto per la creazione del pop-up che ammorba chiunque da ieri apra questa home page. Ora aspetto che ritiri il suo meritato premio.
La seconda riguarda la scadenza del primo mese dall’iscrizione a ShinyStat. Il monitoraggio alle visite ricevute dalla mia creazione continua e quindi ho deciso di pubblicare le dieci migliori chiavi di ricerca che, in questo mese, hanno portato degli sventurati in questi lidi.
Secondo me sono buffe.

1- alcuni modi per rompere il setto nasale
2- borchie per anfibi
3- mastella
4- frasi geniali
5- “bello quando piove”
6- herpes zoster infettivo isolamento
7- gli hobby di pippo inzaghi
8- bela madunina accordi
9- schemi finestrino golf
10- tasselli fisher

Il week-end

Raccontare questo fine settimana alle due di notte di Domenica sera non ha molto senso, soprattutto essendo consci di dover andare al lavoro domani mattina. Il mio capo sarà via fino a Mercoledì, ma con tutto quello che ho da fare è bene che io domani alle 9.00 sia in laboratorio.
Avrei dovuto scrivere prima.
Non ne ho avuto il tempo.
In realtà fino a Sabato sera non avrei avuto molto di cui raccontare se non il menù del pranzo di compleanno di mio padre. La voglia di scrivere me l’ha messa il concerto dei Thrice.
Bello.
Mi sono piaciuti tantissimo dal vivo gli Hundred Reasons, apprezzati pur non avendoli mai sentiti su disco. Il cantante sa veramente il fatto suo. Per quanto riguarda i Thrice invece il concerto è durato un po’ troppo poco, credo non più di un’ora, con un’unica traccia dopo la canonica pausa col finto finale ed il pubblico che inneggia per la performance di altri pezzi. Per dirla in parole povere non è che si siano proprio ammazzati per questo live, come lo facessero per obbligo e non per piacere. Posso capire che all’ultima data di un tour la voglia e le motivazioni siano in calando, però credo che comunque il pubblico meriti un certo trattamento.
Parlando di musica avevano dei suoni sbalorditivi, soprattutto sulle tre voci. Questo aggiunge diversi punti alla mia valutazione.
Oltre all’aspetto più strettamente legato allo show, credo che ci siano diversi motivi per ricordare il live di Sabato sera.
In primis l’essere finalmente andato ad un concerto “serio” con la Bri.
E’ stato molto bello poter condividere una delle mie principali passioni ed è stato ancora meglio farlo senza avere l’impressione che lei fosse lì per farmi un favore. Oltre a questo fatto di non poca rilevanza e non certo facile ripetizione, ho trovato molto piacevoli molte delle cose viste e successemi al Transilvania live: dall’aver conosciuto la blogger friend Betty, all’aver assistito allo show di un inglese ubriachissimo con l’espressione meditativa di chi sta riflettendo sui massimi quesiti della fisica pur non riuscendo letteralmente a stare in piedi, alle frasi geniali tipo: “Un po’ di casino! Basta con questa merda di emo Dioca*e!” oppure “Adesso vado e ammazzo un emo” proferite a gran voce da alcuni idoli tra il pubblico, all’aver rivisto Pier con dei capelli improponibili e senza che lui mi riconoscesse per niente. Per tutto questo la serata di sabato è stata un’altra serata molto molto bella.
Non vorrei abituarmici.
Sabato prossimo mi sa che per tornare in registro andrò al Tyr Na Nog.
Meglio non esagerare con l’euforia.
Se non ho scritto oggi invece è perchè per tutto il giorno e per tutta la sera sono stato impegnato nell’ultima tappa del campionato di D&D che quest’anno mi ha visto tra gli organizzatori.
Sono contento che sia finita.
Questa esperienza mi ha tolto molto più di quanto abbia saputo darmi, sotto ogni punto di vista. Di tutte le persone con cui ho avuto a che fare oggi ne salverei relamente poche, forse anche meno di quelle che realmente andrebbero salvate.
Oggi.
Magari più avanti sarò meno disfattista.
Personalmente però non scommetteri su questa ipotesi neppure pochi centesimi.

Vita in laboratorio

A Natale il capo ci ha regalato uno stereo per il laboratorio.
Lavorare con un po’ di musica in sottofondo è sicuramente meglio, anche e soprattutto perchè solleva il morale in periodi come questo in cui non si riesce nemmeno a riprodurre dati pubblicati da altri.
Tendenzialmente lo usiamo per ascoltare la radio. Non ne abbiamo una particolare cui siamo affezionati, solitamente ci sintoniziamo su quella che si sente meglio. Settimana scorsa ad esempio per un po’ è andata Rock FM, anche se effettivamente non incontrava troppi consensi tra i lavoratori, mentre in questi giorni siamo fissi su Kiss Kiss.
L’uso del CD si è quindi limitato a sporadiche situazioni in cui Elena portava qualche suo disco in laboratorio o al Venerdì in orario Happy Hour in cui viene rigorosamente pompato un CD tribal house di Andrea.
La situazione è stata questa fino a ieri.
Oggi c’è stata la svolta.
Elena mi ha chiesto di procurarle il disco degli Zero Assoluto. Portandoglielo sapevo l’avrenmmo sentito, così ho preparato un’adeguata contromossa e mi sono munito di altri due dischi. Trovare qualcosa di mio gradimento che possa andar bene a tutti non è cosa facile, ma dopo attente riflessioni ho trovato la risposta ai miei problemi: Weezer e Gwen Stefani.
Fare le prep dei clonaggi plasmidici con “Love.Angel.Music.Baby.” in sottofondo è stato divertente.

Idolo

Oggi è venuto in laboratorio un grosso nome della medicina e biologia mitocondriale.
Il suo nome è H. T. Jacobs.
Collabora spesso con il dottor Zeviani, direttore del laboratorio affianco al mio.
E’ scozzese, ma credo gestisca un laboratorio in un paese scandinavo.
Quando si è aperto l’ascensore e l’ho visto sono rimasto di sasso.
Chiodo, anfibi, un discreto numero di borchie e un bel crestone a punte giravano per il mio laboratorio.
Dopo aver saputo che era una mente notevole del campo della ricerca, il mio stupore non è certo calato, ma è sicuramente cresciuta la stima.
All’ultimo congresso cui ha partecipato per ricevere un riconoscimento si è presentato con un collare a punte e la maglietta dei Ramones.
Credo che, una volta laureato, il primo curriculum che spedirò sarà per lui.
Corna alzate.

Project: barbeque

Sono rientrato al lavoro.
In realtà ho ripreso Lunedì, ma l’immediata sosta ha reso la giornata di oggi quella in cui ho sentito veramente di essere tornato alla vita di sempre.
Tutto era come l’avevo lasciato.
Tutto tranne la bacheca che vedeva alloggiato il volantino Telethon per il 5xMille*. Mi sono preso la briga di informarmi su come sia strutturata questa cosa, in modo da convincere i miei a devolvere così una parte del loro reddito.
Credo sia una cosa positiva.
Il fatto che non sia alternativo all’ottopermille è una cosa molto negativa.
Come previsto il mio umore negli ultimi giorni è migliorato. Non di molto, ma di quel tanto che basta. Se tutto va bene fino al prossimo confronto con l’università starò bene.
Spero.
Ho voglia di fare una grigliata.
Stavo pensando di organizzarne una per questo Sabato.
Una cosa tranquilla: birra, carne e un po’ di gente con cui dividerle.
Ho buttato lì l’idea a Simo, appena tornato dalla gita in Sardegna, e appena riuscirò diffonderò il progetto anche agli altri. Resta la forte incognita del tempo atmosferico. Visti i 30°C di Lunedì (giorno lavorativo) e i -15°C di Martedì (giorno di festa in cui sarei potuto finalmente uscire) non mi azzardo a fare pronosctici, però è anche vero che se si decide per sabato la spesa può essere fatta anche in mattinata senza bisogno di troppo preavviso.
Per il posto non ho idee, alla peggio si può fare da me anche se preferirei una locazione che non mi veda così responsabilizzato.
Vedremo un po’ cosa si riesce ad organizzare e quanti aderiranno all’idea.
Il nuovo CD dei Taking Back Sunday è discretamente orribile. Dopo i primi frammentati ascolti salvo in toto solo il singolo “Make Damn Sure” che è riuscito discretamente ad appassionarmi. Anche il nuovo degli Atreyu è piuttosto anonimo e non ha superato il terzo ascolto.
Decisamente meglio piazzato nella mia playlist è “The Adventure”, il singolo che anticipa l’uscita del CD degli Angels and Airwaves. Seppur decisamente tamarro, mi piace parecchio.
Ora vado a cercare di mettere assieme tutte le idee che ho partorito oggi riguardo la sessione di D&D che masterizzerò il primo Maggio.
Spero che questo porti i frutti attesi: creare qualcosa di bello e distogliere la mente dallo scontro che si terrà tra poche ore in quel del Camp Nou.
Pütost che nient, l'è mej pütost
*Info.

B-b-bolle mille bolle [blu]

Ho la varicella.
Quasi ogni dubbio è stato allontanato e parrebbe che la diagnosi sia veritiera.
Alla non più giovane età di 25 anni eccomi cosparso di simpatiche vescicole virali ricolme di Herpes Zoster Virus, pronte ad esplodere per espandere il contagio e donarmi sano prurito.
Nessuna traccia di febbre.
Solo un po’ di stanchezza.
Oggi è stato molto bello andare in laboratorio e comunicare a tutti questo mio sospetto (non solo mio, in realtà anche il mio medico curante ha avanzato la stessa ipotesi),  tutti si sono dimostrati molto solidali.
Era come se avessi addosso una specie di bomba biologica.
Dovendo io lavorare in camera sterile per trasfettare le cellule, si è di comune accordo deciso di rimandarmi a casa per evitare contaminazioni virali poco piacevoli.
Attenderò quindi che l’infezione abbia il suo corso, sperando di limitarne i danni, e sfrutterò questi giorni di isolamento per studiare un po’.
Giovedì ho un esame e se persiste l’assenza di febbre ho tutta l’intenzione di andare a sostenerlo.
Ora vado a farmi di antistaminici.
Il prurito è la peggiore delle agonie.

Pollice alto

Ci sono varie cose di cui, oggi, mi sento di essere felice.
Principalemtne però sono due le ragioni che hanno guidato la mia emotività in questa direzione, la prima legata al lavoro e la seconda alla sfera personale.
Come va molto di moda in questi tempi di “par condicio”, le esporrò in ordine inverso rispetto a quando le ho presentate in modo da metterle a tutti gli effetti sullo stesso piano. Preciso che non c’è Vespa al mio fianco e quindi potrebbe capitare che non dedichi egual spazio espositivo ad entrambe, ma credo di poter sopportare questa mia eventuale mancanza di imparzialità.
Partirò come detto dal lato più personale.
Oggi, stando a quanto preannunciato, tornerà a calcare il territorio Italiano Uncle Bazzu. Ho proprio voglia di rivederlo e di sentire i suoi racconti sulla west coast, sulle bionde facili, sulla birra solo ai ventunenni, sui teenagers con le pistole, sulle corse clandestine e, soprattutto, sul surf.
Chissà che aspetto avrà. Io mi sento sempre uguale, ma forse a lui risulterò molto cambiato e, probabilmente, lo stesso varrà per me. Se devo azzardare un pronostico lo immagino capellone, barbuto e abbronzato. Non so se lo vedrò direttamente sta sera, presumo sia stanco dal viaggio e abbia voglia di stare un po’ con la sua famiglia.
Comprensibile.
Proverò a chiamarlo più tardi.
Dal punto di vista lavorativo invece è andato a buon fine un esperimento su cui nè io nè il mio capo riponevamo troppe aspettative. Lo scopo del tutto era investigare la regione posta tra i due ATG della proteina di cui sto studiando il promotore al fine di verificare alcuni pronostici ottenuti tramite analisi bioinformatica. I dubbi erano dettati sia dalla scarsa attendibilità che questo tipo di pronostici solitamente ha, sia dal fatto che ritenevo di aver piastrato troppe cellule nei pozzetti della mia 8 well plate, temendo che questo avesse portato ad un’efficienza di trasfezione molto prossima allo zero. Così non è stato, la trasfezione è andata bene e il pronostico è stato validato per immuno fluorescenza, com somma sorpresa per tutti.
Soprattutto per me.
E’ necessario che faccia ancora alcuni accertamenti in merito, ma potrei aver ottenuto il primo risultato positivo del mio percorso lavorativo e questo mi da parecchia carica e soddisfazione, ripagandomi per tutto l’impegno e tutta l’applicazione che sto riversando in questa cosa. Chi mi sta vicino sa di cosa sto parlando.
Credo sia pronta la cena ed avendo io molta fame penso che smetterò qui ed andrò a mangiare. Non prima però di aver fatto gli auguri alla mia amata Bri che oggi compie gli anni.
Non ho inserito questo evento tra le cose che mi rendono felice perchè di per se non lo è.
Vederla lo è. Uscirci sta sera non può che migliorare il mio umore.
Come sempre.
E’ finita anche la riproduzione del CD dei Fightstar. Gran bel disco.
Vado.

Domenica sera

Scrivere sul blog sta diventando difficile.
Non ho mai tempo.
In realtà non ho neanche troppa voglia perchè si tratterebbe di parlare sempre delle stesse cose, quelle di cui è composta la mia vita. Non essendo io ultimamente particolarmente eccitato dal viverle, cerco di evitare di soffermarmi a rifletterci sopra ulteriormente per descriverle su queste pagine. Il risultato è che sto perdendo costanza nell’aggiornare questo mio blog e questo non credo sia un bene. Una delle cose migliori del tenere un diario è che permette di analizzare in maniera più lucida le situazioni vissute e quindi forse dovrei farlo più spesso, anche controvoglia.
Ad essere sincero credo che un po’ mi imbarazzi continuare a scrivere deprimenti analisi, perchè qualcuno purtoppo/per fortuna queste righe le legge e questo mi fa sentire vulnerabile.
Anyway, scrivere mi ha sempre fatto bene e quindi è giusto continuare a farlo.
Al contrario di quanto si possa pensare la settimana è stata discretamente densa di avvenimenti che vale la pena raccontare.
Al primo posto nei miei travagliati pensieri c’è come al solito la questione universitaria. In questi giorni, anche alla luce dei risultati che ho ottenuto in lab, alcune premesse su cui si fondava parte significativa del mio progetto di tesi sono cadute. Questo ha chiuso delle porte e ne ha aperte altre. Se c’è una cosa buona in questo stramaledetto lavoro è che anche nel ricominciare da capo si possono trovare moltissimi stimoli dovuti alle intriganti ipotesi che si fanno seduti ad un tavolo e che rendono, sulla carta, ogni nuovo studio potenzialmente rivoluzionario e sicuramente mille volte più interessante di quello che si è stati costretti ad abbandonare. Non credo che chi non ha a che fare con questo ambiente possa capire cosa intendo, ma potrebbe essere solo presunzione.
Sta di fatto che mi sto spaccando la testa in laboratorio come mai prima nel tentativo di cavare il dannato ragno dal suo fetido buco e la cosa mi prosciuga di tutte le energie. Arrivo la sera in uno stato molto simile al coma cerebrale e questo, vien da se, poco si concilia con lo studio.
Questa cosa mi stressa non poco.
Credo di non essere mai stato così nervoso.
Il lavoro mi prende, mi piace, ma mi toglie la capacità di concentrarmi sui pochi esami rimasti e la cosa mi spaventa.
Nella speranza che questo totale assorbimento dal lavoro sia una cosa momentanea, la soluzione che ho cercato di adottare è non pensarci, ma non è facile. Non tanto perchè mi risulti difficile, quanto perchè chi mi sta intorno non fa che parlare di queste cose.
Sempre.
Tutti a dirmi che nel mio lavoro non si guadagna, che si è sfruttati, che farò il borsista a vita e via dicendo. Non è piacevole stare a sentire questi discorsi continuamente, da chiunque, cercando di sembrare superiore e distaccato quando in realtà l’unico desiderio sarebbe alzarsi, bestemmiare e levarsi di torno. Non che queste persone lo facciano per mettermi a disagio, tuttavia forse non si rendono conto che non ho bisogno di essere continuamente sbattuto dentro una realtà da cui cerco, quando posso, di uscire. Questo mi capita anche sentendo i miei amici mentre organizzano il loro viaggio estivo negli States.
Se tutto va come previsto io quest’estate me la passerò qui.
E’ chiaro come sia totalmente egoista e sbagliato anche solo sperare che ne parlino tra loro e non in mia presenza, io per primo non avrei mai la sensibilità di farlo, tuttavia non posso nascondere di vivere piuttosto male questa cosa, nonostante continuino a cercare di coinvolgermi nel progetto. Il loro è un gesto carino e mi fa piacere sapere che mi vorrebbero con loro, tuttavia so che non potrà essere così e, ancor peggio, non posso fare nulla per cambiare le cose.
E’ come se tutto si stesse allontanando da me.
E’ come se mi sentissi tagliato fuori da una relatà che mi aveva sempre avuto come protagonista.
E’ una sensazione orribile.
Comunque sia, anche questo week-end è giunto al termine senza lasciare tracce di se. Come troppo spesso accade non si è fatto nulla che valga la pena ricordare, chiusi nei più insipidi standard che esigono “la birretta” al pub e tutti i restanti clichè. Inizio a capire chi, come Bazzu, cominciava a sentirsi schiacciato dalla cosa. E’ oggettivamente angosciante essere schiavi della routine a 24 anni ed è ancora peggio vedere che molti dei miei amici non se ne accorgano. Arrivare a non avere voglia di uscire è abbastanza emblematico della situazione, soprattutto se a non avere questo desiderio sono io che, in questo momento, necessito di distrazione più che di ossigeno.

Eppur si muove

Finalmente, dopo innumerevoli tentativi, il lavoro in laboratorio ha dato i primi risultati.
Ero piuttosto euforico mentre li leggevo.
Tra le altre cose Victor, il luminometro, comunica i risultati facendo trepidare l’attesa come neanche Amadeus saprebbe fare. La schermata del software infatti è una griglia grigia da 24 campi. Quando si da lo start alla misurazione dal corpo dello strumento iniziano a provenire sinistri rumori per una ventina di secondi.
Poi silenzio.
Assoluto silenzio per un tempo che non saprei stimare, in cui fisso il monitor in attesa che il campo correlato al campione misurato si illumini del colore corrispondente al risultato, in base ad una scala progressiva che va dal blu al rosso. Più si è vicini al rosso, più il valore letto è alto.
Più il valore è alto, più la trasfezione delle cellule è andata bene.
Quando d’improvviso compare il colore è quindi un piccolo shock cui segue delusione od euforia in base alla natura del risultato.
Oggi ampio spazio all’euforia.
Marzo è iniziato sotto una luce diversa, sia dal punto di vista dell’umore personale che del contesto in cui vivo.
Segnale importante è per esempio il momento “revival” che sto vivendo nell’ambito degli ascolti musicali. Ascoltando il consiglio prezioso di Bazzu ho ripreso in mano tutti quei dischi targati anni novanta, capaci di recuperare il buon umore anche fosse sepolto nelle viscere del mio subconscio. La scelta degli ultimi “Disco del Momento” ne è una chiara dimostrazione.
Ci sono molte altre cose di cui vorrei parlare, che in questi giorni stanno al centro dei miei pensieri: l’avvicinarsi delle politiche, l’organizzazione della trasferta per i Fenix TX, le cose che ho appreso rispetto al mondo della ricerca e che mi lasciano profondamente perplesso o le ultime dal mondo del calcio.
Tutti questi discorsi però presupporrebbero voglia e tempo di scrivere ancora molto ed io sono piuttosto a corto di entrambi.
Chiudo quindi con due annotazioni.
La prima è che ho molto apprezzato il film “L’uomo perfetto”, eccezion fatta forse per il finale un po’ frettoloso.
La seconda è che la festa della donna è l’esemplificazione massima di come la specie femminile sia imbattibile in fatto di misoginia e [auto]discriminazione. Personalmente faccio fatica a comprendere chi ha bisogno di un giorno dedicato in cui fare bambinate patetiche in nome di assurde dichiarazioni di indipendenza. Faccio fatica a comprendere il perchè la donna possa accontentarsi di un giorno l’anno.
Faccio molta fatica a comprendere perchè basti una ricorrenza squallida a lavare le coscienze per gesti che altrimenti, nella restante parte dell’anno, la donna avrebbe vergogna di raccontare (non parlo dei California Dream Men, sia chiaro).
Forse sono maschilista.
Sicuramente sono antifemminista convinto e radicato.
Probabilmente mi da solamente fastidio l’ennesima dimostrazione di ignoranza della società in cui vivo.

Let’s talk about me

Facendoci caso, è un po’ di tempo che non scrivo se non di concerti.
Sarà che ne sto vedendo molti, ma pare quasi che non ci sia null’altro di cui parlare.
Voglio parlare un po’ di me.
Voglio parlare della mia quotidianità senza però lasciar galoppare il pessimo umore generale che mi porto dietro dall’inizio di questo non proprio entusiasmante anno nuovo.
Vediamo se ci riesco.
In questi giorni sto studiando molto a causa di uno scritto di Chimica Farmaceutica molto anticipato rispetto a quelli che erano i miei programmi. La materia non è affatto male e i problemi attualmente da risolvere non sono di comprensione. Sono assolutamente mnemonici. Si tratta di riuscire a mandare a memoria una serie considerevole di formule di struttura e nomi di principi attivi. Vedremo.
Il lavoro in laboratorio intanto procede, se per “procede” si intende il fatto che continuo a passare le mie giornate al sesto piano di via Temolo n°4 tra cellule, batteri, eltettroforesi, PCR ed enzimi di restrizione. In realtà infatti di progressi non se ne stanno facendo. I saggi sul promotore continuano a non dare mezzo dato utile e questo non è proprio buono visto che il mio progetto verte su quello. Forse nei prossimi giorni riuscirò ad occuparmi di un altro aspetto della faccenda tramite un esperimento piuttosto semplice e relativamente immediato che potrebbe ridarmi un po’ di entusiasmo, oltre a qualche buon dato. Il problema è che per farlo servirebbe un vettore plasmidico che il mio capo pensava di avere e che invece non ha. Vedremo.
Esaminati i principali componenti della mia esistenza attuale non resta molto altro di cui disquisire.
Sto ascoltando un sacco di metal.
Me ne vergogno anche un po’, ma devo ammetterlo.
Ovviamente mi sto occupando prettamente del lato più poser del metal attuale, tutto quel filone metalcore fatto troppo spesso di occhi pittati e smalto alle unghie. Atreyu, Caliban e Bullet for my Valentine sono alcuni esempi di quel che passa il mio iTunes in queste ore. Nulla a che vedere col metal anni ’80 o con quei filoni risibili provenienti dal buio nord Europa, ma pur sempre metal.
Io lo odio il metal.
Non posso negare il fatto che vedere gente makeuppata che canta di sangue, vampiri et similia mi disturbi abbastanza, tuttavia se mi limito a valutare l’aspetto prettamente musicale della cosa ne sono abbastanza affascinato. “The Curse” secondo me è proprio un bel CD.
A mia parziale discolpa posso dire di stare ascoltando anche “Caution” degli Hot Water Music consigliatomi dal bell’uomo. Non mi prende tantissimo, la voce e alcune linee mi ricordano troppo i Grade che però sono un’altra cosa, almeno dal mio punto di vista. Non sto dicendo che sia male, semplicemente non mi entusiasma.
Ieri era S. Valentino.
Io, da bravo alternativo, non ho festeggiato evitando di dare forza a questa opera vuota e commerciale.
D’altronde quando sto con la Bri è sempre festa.
Yeah.