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Concerti

Manq @ Vans Warped Tour?

Non sono morto.
Sono stanco, quello sì, ma è solo per quello che la mia attività di blogger sta subendo dei ritardi gigantoscopici.
Potrei fare di questo post, il post delle parole inesistenti.
Ma anche no.
Userò questa pagina per parlare del primo obbiettivo della mia esistenza in questo momento: la florida.
Pur non essendo affatto sicuro che riuscirò ad andarci, alla fine, ormai sono proiettato in quel di Miami.
La frommer è arrivata e da un primo sguardo ci sono già un monte di cose che rientrano nella lista degli appuntamenti imperdibili.
Alcuni esempi:
– Cape Canaveral
– Il circuito di Daytona
– Walt Disney World
– Everglades (ovvero il parco naturale dove si gira in hovercraft per vedere gli alligatori)
– Miami
– Lo stadio dei Dolphins a Miami
– Miami Beach
– Le tipe in rollerblade a Miami Beach
Questo solo dopo un primo sguardo alla guida.
Quello che sulla guida non c’è scritto è che dal 24 al 26 Luglio in florida sosterà il Vans Warped Tour.
Per me questo ha l’importanza che potrebbe avere per un credente sapere che nei giorni in cui sarà in vacanza in un certo luogo, comparirà la Madonna.
Il Vans Warped Tour è stato per tantissimi anni il sogno nel cassetto, il desiderio segreto e la fantasia proibita.
Tutto insieme.
Solo l’idea di poterci andare mi rende euforico.
La cosa buffa è che non ho la più pallida idea di chi potrebbe suonarci, quest’anno.
Chissenefrega.
Io ci vado uguale.
Anzi, mi sa che mi prendo il biglietto del VWT prima ancora del biglietto aereo.
Alla peggio, ho buttato 30 dollari.
Riuscire a piazzare il concerto all’interno del tour della florida è ormai il mio primo obbiettivo, con buona pace della Polly che fino a ieri doveva lottare contro il precedente capolista: il noleggio di una cabrio.
Adesso torno a guardarmi la seconda serie di Dexter, che guardacaso è ambientato a Miami.
Ho visto il primo episodio e già sono in dipendenza.

Broken promise ring?????

Non l’ha suonata.
Bastardo.
Però ha suonato “Boys of summer”.
Bastardo due volte, visto che tagli il pezzo che sogno di ascoltare live da 10 anni per fare una cover.
Questo dovrebbe portare ad una valutazione negativa del concerto di ieri sera al Tambourine, ma così non è.
“I won’t spend another night alone” acustica vale, da sola, l’intera serata.
Pelle d’oca di diverse spanne. L’ho cantata tutta a squarciagola insieme a più o meno tutti quelli che c’erano intorno a me e alla fine ero relamente commosso. Dopo quel pezzo avrebbe potuto suonare anche l’intero repertorio dei Cannibal Corpse a cappella che sarei stato soddisfatto ugualmente.
Dall’album di cui questo tour dovrebbe essere il tributo ha poi suonato altri quattro pezzi: “Losing streaks”, “1*15*96”, “Your boyfriend sucks” e l’immancabile “San dimas high school…”.
Tutti eclatanti, ovviamente, per l’emozione generata.
Per il resto poi è stato quasi tutto “So long astoria”, album preferito dall’80% dei presenti al concerto, da quel che mi è parso, e che per me ha segnato la fine degli Ataris.
Ieri sera mi sarei aspettato una maggiore presenza di gente della mia età ed invece mi sono ritrovato semicircondato da teenagers che hanno di Kris Roe un concetto molto, ma molto diverso dal mio.
Per esemplificare meglio: sulla previa citata “Boys of summer” la gente ha dato di matto.
Io volevo tirargli una scarpa.
Da citare, per chiudere il quadro sul live acustico del frontman degli Ataris, l’esecuzione di “Fast times at drop-out high”, unico estratto da “End is forever” e “The cheyenne line”, unico estratto nonchè unico pezzo decente di “Welcome the night”.
Che dire quindi, forse è stato il più bel live che ho visto fare a Kris Roe e questo la dice molto lunga.
Io però lo amo e mi sono fatto una foto con lui (che ricordo a Bazzu di spedirmi, essendo sul suo cellulare) e gli ho pure comprato una stampa autografata della foto usata per la copertina di “Blue skies, broken hearts… Next 12 exit”.
Me la appenderò in casa nonappena riuscirò ad incorniciarla.
Chiudo con una citazione d’onore alle due band di spalla.
I “My own rush” non mi hanno convinto appieno. Credo abbiano fatto sei pezzi: due carini, due orrendi e due di nuovo carini. Facevano molta fatica a suonare assieme, non so perchè, forse a causa delle spie. Lui però a mio avviso ha una bella voce.
Discorso diverso per i “Minnies” che mi son proprio piaciuti un sacco. Sono uno di quei gruppi che sento nominare in giro da dieci anni e che non mi sono mai cagato. Senza un reale motivo, ad essere onesti.
Ieri però mi hanno proprio impressionato, seppur suonando in chiave “acustica”. Ho apprezzato molto il cantato in italiano con testi che ad una prima analisi mi son sembrati belli e per nulla banali.
Approfondirò il discorso.
Non sono sicuramente uno che arriva per primo sulle cose, però c’è da riconoscermi una certa propensione a rimediare agli errori e alle sviste.

La mia settimana

Ci sono un po’ di cose di cui ho voglia di scrivere, riguardo gli ultimi sette giorni.
In ordine sparso, ovviamente.

Emendamento D’Alia.
Chiunque mi conosca sa quello che penso di Grillo.
C’è da dire, però, che un certo tipo di notizie difficilmente trovano spazio nei telegiornali e che lui è uno dei pochi a cercare di farle venire fuori. Il caso di questo emendamento è un esempio.
In breve il concetto di questo provvedimento, se non erro già approvato in Senato, è inserire nel famigerato “pacchetto sicurezza” una capitolo dedicato alla rete.
Con questo emendamento si concede all’esecutivo, senza passare per i tribunali, il potere di oscurare siti internet in cui venga fatta “apologia di reato” o si inneggi all’infrazione della legge. Letta così a molti potrà sembrare una buona cosa, ma fare degli esempi in merito renderà la questione più chiara.
Mettiamo che, un domani, un medico decida di farsi carico della decisione di staccare la spina ad un malato terminale con il consenso di quest’ultimo, ma senza la legittimazione a farlo da parte dello Stato. Un nuovo caso Welby, per intenderci. Bene, se io decidessi di scrivere che quel medico ha fatto, a mio parere, la cosa giusta sarei passabile di oscuramento.
Il mio blog verrebbe chiuso.
Peggio ancora se andassi sul blog di un’altra persona a scrivere questa cosa e quella persona decidesse di lasciare il mio commento on-line senza cancellarlo (pur avendo in merito un’opinione diametralmente opposta alla mia magari, ma amando la libertà di pensiero), bene il blog di questa persona sarebbe passabile di oscuramento.
Caso limite?
Domani uno qualsiasi dei dementi che invadono la rete si presenta qui sopra e mi scrive: “Manq sei uno stronzo, se scrivi ancora una cosa del genere ti ammazzo”.
Se io decido di non cancellare la minaccia, ma di lasciarla visibile a tutti, il mio blog potrebbe venire oscurato.
Non sto esagerando, questi esempi sono stati portati all’attenzione del sopracitato senatore in un’intervista rilasciata per l’espresso e questi ha confermato.
Qual’è lo scopo di tutto questo?
Ovviamente nessuno vigilerà sui blog della gente comune (quindi non affrettatevi a minacciarmi di morte su queste pagine, tanto non chiuderanno mai questo sito), per controllare tutti i siti del mondo servirebbe uno spiegamento di forze inumano. L’obbiettivo è chiudere in maniera pretestuosa siti ad ampio spettro, tipo Facebook, Youtube, il blog di Grillo, ecc…
Roba scomoda.
Siti che innegabilmente contengono cose che non vanno. Io stesso sono agghiacciato da tutte le pagine ed i gruppi neonazi che vedo spuntare ogni giorno su faccialibro. Però questi siti permettono alla gente di vivere fuori dalla televisione, di comunicare in maniera incontrollata ed incontrollabile, di esprimersi in libertà.
Ovviamente tutto questo non collima con la creazione di un regime…

Calcio
Ieri si è giocato il derby. Non dirò nulla della questione arbitraggio perchè non mi interessa parlare di quello o parlare di inter. Io voglio parlare della mia squadra e sottolineare quanto sia imbarazzante. Leggendo i giornali oggi si è parlato di “partita giocata alla pari e decisa dagli episodi”. Ma dove? Decisa dagli episodi sì, ma giocata alla pari proprio per niente. A sto giro non posso nemmeno accanirmi troppo con il maiale che sta in panchina visto che i queattro difensori che ha schierato erano i quattro disponibili. Però cazzo non puoi continuare a far giocare quella merdaccia che è Sedorf. Non con Pirlo e Beckam affianco. Non con Ronaldinho affianco. Dinho ha dimostrato che, pur giocando da fermo, qualcosa di buono riesce sempre a crearlo. Non è il giocatore che mi aspettavo, ma cazzo non è nemmeno da buttare. Serve gente che corre per lui e gente che vada in porta quando lui ce la manda. Lo capirebbero pure i sassi.
Anche quest’anno quindi non si vincerà una beneamata minchia. La speranza è che il porcello faccia le valigie a fine anno e che magari si porti con se Sedorf che con un nuovo allenatore forse potrebbe essere messo in discussione, cosa che non gli va certo a genio. Se le premesse per il nuovo anno però sono l’acquisto di Beckam (con tutto il rispetto, sta pure giocando meglio degli altri) ed il ritorno di Nesta dopo due anni di inattività, beh, non resta che sperare che qualche arabo/russo/magnate della droga decida di rilevare il milan.

Vita di coppia
Come Ross e Rachel, anche io e la Polly abbiamo deciso di stilare la lista plastificata delle cinque celebrità con cui ci è concesso tradire il/la partner. Dopo lunghe meditazioni, ufficializzo la mia:
1- Nathalie Goitom. Categoria sport. Chiunque segua QSVS non può che essere d’accordo con me. E poi questa non è nemmeno impossibilissimo incontrarla, quindi mi pareva una scelta saggia.
2- Christina Aguilera. Categoria pop-star. Per quanto io ami Britney Spears e Gwen Stefani, il posto nella lista, alla fine, se lo vince lei. E non mi pento.
3- Megane Fox. Categoria attrici. E’ necessario commentare?
4- Giorgia Palmas. Categoria soubrette italiane. Spiace anche qui dover tagliare amori d’infanzia come la Colombari o la Merz, ma alla fine la vita va e le stagioni cambiano…
5- Scarlett Johansson. Categoria zozze. Boh, mi da quest’idea…
Spiace per tutti i tagli che ho dovuto apportare, purtoppo la lista è fatta. Come capitò a Ross, so già che domani mattina al Sio a bere il caffè mi troverò Gwen Stefani e che non vorrà credere che l’ho rimossa proprio all’ultimo dalle mie selezioni…

Concerti
Visto che l’anno scorso mi sono lamentato di aver visto pochi concerti, quest’anno non me ne sto lasciando scappare uno. Lunedì scorso mi son visto i No Use for a Name allo Zoe. Bel live, nonostante il posto in cui a metà show è mancata la corrente con rischio concreto di perdita di metà dello spettacolo. I NUFAN dal vivo rendono sempre ed è inutile continuare a riscriverlo ogni volta. Di spalla c’erano gli Only Crime dell’ex Good Riddance Russ. Loro invece non mi sono piaciuti.
Adesso la mia agenda prevede molti nuovi appuntamenti. Su tutti però mi piacerebbe trovare qualcuno che decida di venire con me a Bologna a vedere i Taking Back Sunday insieme agli Underøath e ai Thursday. Giusto per non farmi la vasca da solo. In any case, io ci andrò.

Buona la seconda, again.

Come sempre i concerti migliori sono quelli dove mi ritrovo ad andare da solo, lottando contro la pigrizia e la voglia di starmene a casa e non farmi lo sbattimento.
Quando mi trovo in questa situazione, di solito, poi assisto ad uno show esaltante.
Anche ieri sera è stato lo stesso.
All-American Rejects live @ Musicdrome di Milano.
Ci sono andato perchè li avevo visti anni fa in un festival e mi erano piaciuti parecchio. Tolto l’ultimo disco, conoscevo tre pezzi.
Non starò a dilungarmi molto, il concetto è che son stati bravi e mi son piaciuti un sacco. Il locale era pieno, cosa che non mi aspettavo, e sono riusciti a far ballare e cantare tutti, spaziando da pezzi più “rockeggianti” a ballatone acustiche a veri e propri pezzi dance come il singolo dell’ultimo album “Gives you Hell”, per quel che mi riguarda già tormentone.
Sul posto ho anche comprato una maglietta degli Airway, gruppo spalla che non ho nemmeno sentito.
Era una “S”.
Mi andava.
Dovevo comprarla.
Ora basterà non lavarla mai più.
Tornando al concerto mi va solo di precisare che il frontman degli AAR, da solo, vale il prezzo del biglietto. Veramente bravo a tirare in mezzo la gente (e non solo le ragazzine su cui ha facile presa).
Figo, insomma.

Falsa partenza

Ancora una volta il primo concerto dell’anno non soddisfa.
Non siamo certo ai livelli dell’anno scorso, per carità, però la performance degli Alkaline Trio di questa sera lascia decisamente l’amaro in bocca.
Matt Skiba dal vivo è impresentabile.
Io l’ho visto tre volte e non mi è mai capitato di vederlo suonare nè cantare in maniera decente.
La prima volta non ero lì per loro, quindi ho sorvolato.
La seconda volta hanno piazzato una scaletta da brividi e ho sorvolato.
Questa sera non ci sono attenuanti, nemmeno il consueto show del batterista che da solo vale il prezzo del biglietto.
Non hanno fatto “Hell yes”, non hanno fatto “Warbrain” e non hanno fatto “Back to hell”.
Hanno fatto “Radio”, ma da come l’hanno suonata sarebbe stato meglio evitarla.
Insomma, come al solito scrivendo la valutazione del concerto viene fuori in maniera lucida: un live abbastanza orribile.
Non si inizia certo bene.
A giudicare dalla mia agenda però (che sarà online nella sezione musica con l’aggiornamento consueto di fine mese) di occasioni per rifarsi ce ne saranno abbastanza da qui alla primavera.
Speriamo bene.
A sto giro, mi sa che mi toccherà pure andare ad un festival metal.
Vedremo.
Intanto sta sera forse era meglio andare a sentire gli Helmet.
Ma anche no.

Manq’s Awards 2008

Visto che il nostro premier si è preso un’oretta per dichiarare agli italiani cosa di buono è successo in questo 2008, mi pare giusto fare lo stesso. D’altra parte il maxiriepilogo di fine anno è una tradizione longeva per questo blog e quest’anno non sarà da meno.
Oltretutto io non ho nemmeno da rimproverare “la sinistra ecologista” poichè tutto ciò che non mi è piaciuto in questi dodici mesi non è certo colpa loro. Ecco, si potrebbe precisare che anche l’assenza del nucleare in Italia non è colpa dei comunisti, ma di un referendum indetto sull’onda della paura post Cernobil che ha visto la mobilitazione dell’intero Paese, ma questo probabilmente al Silvio non l’hanno detto. Comunque non ci sono problemi, visto che il Governo ha deciso di defecare sull’espressione del popolo sovrano e avviare la costruzioni di impianti nucleari sul territorio nazionale.
Con tutto che non sono certo contrario al nucleare, l’idea di ribaltare le decisioni popolari senza chiedere nulla a nessuno un po’ mi spaventa in vista, soprattutto, di altri referendum del passato.
Comunque sia, non è di questo che volevo scrivere.
Il fatto è che ultimamente di tempo per me stesso in cui dedicarmi a questa pagina ne ho sempre meno e quindi quando mi trovo a poterlo fare, diventa difficile restringere il campo ad un unico tema.
Tonro quindi alle classifiche.
Anche in questo 2008 mi prendo una pagina in cui valuto il meglio ed il peggio dei [pochi] ambiti culturali di cui mi occupo.
Analizzando gli ultimi mesi devo riconoscere di aver trascurato soprattutto l’ambito musicale, ascoltando veramente pochi CD e vedendo ancor meno concerti. La cosa mi spiace moltissimo perchè la musica resta sempre la mia maggior passione e vorrei dedicarle molto più tempo. Poche volte mi è capitato di chiudere un anno senza innovare quasi per nulla il panorama dei miei ascolti. Parte della colpa però la imputo a “Dedication.it“, la webzine che seguo da anni e da cui solitamente traggo utili consigli per nuovi ascolti. Ultimamente però le recensioni dei dischi coprono un panorama sempre più spesso distante dai miei gusti ed il loro numero è notevolmente diminuito. Non conoscendone altre, mi ritrovo sempre più povero di consigli ed imbeccate utili.
Speriamo in un 2009 migliore da questo punto di vista.
Ok, lascio spazio alle classifiche.
Di quel che è stato quest’anno a livello personale non sento di dover scrivere nulla, se non che mi ha dato veramente moltissime soddisfazioni, lavorative e personali, insegnandomi che anche quando le cose vanno male può essere che sia semplicemente un passaggio necessario a farle andare meglio di prima.
Sarò mica diventato ottimista?
Naaaa…

Miglior Disco:
1° “Lost in the Sound of Separation” – Underøath
2° “Finch (EP)” – Finch
3° “Pneuma” – Moving Mountains
* ho volutamente escluso “How to Ruin Vergani’s Wedding” degli H’s’P per evidente superiorità sui concorrenti.

Peggior Disco:
1° “Machine 15” – Millencolin
2° “Weezer (Red Album)” – Weezer
3° “Remain in Memory – The Final Show” – Good Riddance
* ho volutamente escluso “Chinese Democracy” dei Guns’n’Roses per evidente superiorità sui concorrenti.

Miglior Concerto:
1° Finch@Astoria 2, Londra
2° Coldplay@Datch Forum, Assago
3° Canadians@Bloom, Mezzago

Peggior Concerto:
1° Jimmy Eat World@Musicdrome, Milano
2° Funeral for a Friend@Rolling Stone, Milano
3° Hexes@Astoria 2, Londra

Miglior Libro:
1° “Soffocare” & “Survivor” (exequo) – Chuck Palahniuk
2° “A Storm of Sword” (Tempesta di Spade+I Fiumi della Guerra+Il Portale delle Tenebre) – George R.R. Martin
3° “Terrore” – Danila Comastri Montanari

Peggior Libro:
1° “Lo Scudo di Talos” – Valerio Massimo Manfredi
2° “Bar Sport” – Stefano Benni
3° “Fuori da un Evidente Destino” – Giorgio Faletti

Serie TV rivelazione:
Life

Serie TV delusione:
Scrubs

A Milano la musica è morta

Ieri sera sono stato a sentire i Funeral for a Friend al Rolling Stone di Milano.
Essendo Venerdì sera, alle 23.00 doveva iniziare la serata.
Per questo il concerto è stato tranciato alle 22.30 spaccate.
Niente bis.
Neanche un’ora di musica.
Nove pezzi.
Diciotto euri.
Innumerevoli madonne.
Oltretutto con il biglietto del concerto non è nemmeno permesso restare nel locale per la serata seguente.
Ci hanno cacciati.
Ok, sarebbe stata serata gay/lesbo e me ne sarei andato comunque, ma non è lì il punto.
E’ ora di finirla di organizzare i concerti a Milano o in posti che devono tenere il volume basso o in posti dove si deve forzatamente smontare entro le 22.30.
E’ uno schifo.
Vabbè, parliamo di musica. Il concerto è stato aperto da una band di Roma che faceva electro/rock modaiolo. Ragazzini, il bassista era pure simpatico, però se devi chiudere alle 22.30 mi chiedo che cazzo di senso abbia mettere addirittura due gruppi spalla di cui, non me ne vogliano, non frega un cazzo a nessuno.
Io sono sempre stato assolutamente favorevole al dare spazio alle band emergenti, anche quando non incontrano il mio gusto. Uno se le ascolta volentieri e magari scopre qualcosa di nuovo e piacevole, ma questo non deve togliere spazio alla band per cui, in parole schiette, ho speso i soldi.
Dopo di loro è stato il turno dei Cancer Bats, band su cui riponevo molte aspettative perchè pur non avendoli mai sentiti sono uno dei nomi che girà di più al momento.
Sono i re dei tamarri.
Suonano un heavy metal molto vecchio stile e sono senza dubbio divertenti. In un locale dove non ci saranno state più di cento persone, hanno suonato come fossero davanti al pubblico delle grandi occasioni e di questo va dato loro merito.
Alla fine è il turno dei FFAF.
Io li vidi esattamente un anno fa, in tour per presentare l’allora appena uscito “Tales don’t tell themselves”, e fecero secondo me un gran bel concerto.
A dodici mesi di distanza mi hanno lasciato con non pochi dubbi.
E’ infatti appena uscito un nuovo disco, da me mai sentito, che credo abbia l’unico pregio di avere in copertina ua tamarrissima doppia elica di DNA.
Due dischi in quindici mesi sono troppi per una band che non fa dell’innovazione iil suo cavallo di battaglia.
Per prima cosa li ho trovati brutti.
In secondo luogo il nuovo bassista non mi ha per nulla convinto.
Infine i suoni facevano discretamente cagare.
A loro merito va detto però che hanno provato a fare un bel concerto nonostante la penuria di pubblico, cosa che apprezzo, ma che non basta a risollevare la serata.
In sostanza, se non avessi visto i Jimmy Eat World a Febbraio, questa settimana avrebbe condensato al suo interno il concerto più brutto e quello più bello dell’anno.
Chiudo annunciando la pubblicazione di alcune foto della mia gita a Londra.
Di solito sono abbastanza deluso del mio operato di fotografo, ma in questo caso devo dire che alcune mi piacciono assai.

Nota: aggiornata la sezione “foto”

Finch@Astoria 2, London

Sono a casa.
Ho mille cose da fare e 36 ore di veglia sulle spalle, di cui otto abbondanti di lavoro.
Ciò nonostante devo assolutamente scrivere del concerto di ieri sera.
Eclatante.
E’ stato un concerto eclatante.
Andiamo con ordine.
Mi presento all’ingresso del locale poco dopo le 18.30, forte del biglietto acquistato on-line. Il mio atroce pessimismo ha fatto sì che per tutto il giorno io pensassi che qualcosa sarebbe andato storto, rendendo il bel viaggio a Londra un’incompiuta simile alla notissima svista di Caporetto, e così mi ritrovo in coda all’apertura dei cancelli.
In Inghilterra i concerti iniziano paurosamente presto.
Da qui in avanti generalizzerò molte delle cose viste ieri come fossero consuetudini del Regno Unito, sebbene io abbia un’unica esperienza di questo tipo alle spalle.
Chissenefrega, il blog è mio e faccio come mi pare.
Il locale è un incrocio tra il Rainbow ed il Rolling Stone: il palco è in una saletta sotterranea abbastanza piccola su cui si avvacciano due sale laterali rialzate da cui si può seguire il concerto dall’alto con una vista fantastica del main (and only) stage. Da qualunque punto del locale infatti non si è mai a più di grossomodo dieci metri da chi sta suonando, cosa che rende il tutto di un’intimo impressionante.
Si registra il tutto esaurito, ma non essendo Wembley la cosa un po’ me l’aspettavo.
Alle 19.00 iniziano il loro set gli Shadows Chasing Ghosts. Sono una sorta di Silverstein dell’Essex. Sono giovani, si sbattono e non tengono nemmeno così male il palco, tuttavia la mia prof delle medie avrebbe scritto loro, a margine della valutazione, “poche idee e confuse”. Mi prendo la loro mezz’ora per valutare l’acustica del locale che è decisamente sopra le righe. Alla fine si meritano la mia simpatia.
19.30: cambio palco.
In Inghilterra il cambio palco si fa a mano.
La band che ha finito di suonare smonta ampli, piatti, rullante, spie, pedali e microfoni e se li porta via, lasciando che la seconda band in programma arrivi e si monti i suoi strumenti, operazione che svolta in Italia credo avrebbe impiegato delle ore.
Li ci mettono un quarto d’ora.
Il mio pensiero però è: come cazzo fanno ad avere i suoni a posto se si rimontano il palco ogni volta?
Inizio così a temere che il suono sarà una merda.
Sono quasi le 20.00 quando sale sul palco la seconda band: gli Hexes.
Mi bastano due accordi per odiarli dal profondo del mio cuore.
Oltretutto hanno dei suoni osceni: non si capisce una fava ed io imputo la cosa alla brillante idea dei cambi palco fatti alla cazzo di cane.
Nel tentativo di sentirli meno, visto che non sentire chi suona dentro quel locale è impossibile, faccio un salto al banchetto del merchandise.
Ho ovviamente finito tutte le sterline a mia disposizione prima di entrare, visto che all’uscita l’idea è volare in aereoporto, quindi posso solo guardare l’EP dei Finch, attualmente praticamente introvabile on-line.
Un pizzico di rammarico è ancora vivo in me.
Sta di fatto che intorno alle 20.20 anche i disgraziati sopracitati concludono la loro esibizione e iniziano a smantellare il palco.
In Inghilterra anche gli headliners della serata si montano il palco da soli.
Se sono i Finch.
I Rolling Stones magari hanno i fonici.
Mi piace pensare di no, comunque.
Sta di fatto che i nostri eroi salgono sul palco ed iniziano a montarsi la strumentazione.
Io li guardo e penso che i Finch sono il prototipo degli anti-poser.
Drew a tempo perso credo giri remake di film porno anni ’70.
Daniel è il sosia di Nicola Gallo di QSVS e si veste uguale: camicina bianca, pullover grigio fumo e sciarpina di ciniglia grigia annodata sotto la gola come i veri fighetti milanesi.
R2K arriva con il Woolrich addosso, cappuccio di pelo alzato, e fa i suoni così conciato in un ambiente dove ci saranno stati seimila gradi. Per suonare toglie il Woolrich e si rivela essere in pigiama (o comunque con una felpa brutterrima).
Alex ha la stessa camicia a scacchi che mette sempre. Forse è un tatuaggio, difficile capirlo.
N8 ha la maglia del primo dei due gruppi di supporto, gesto che apprezzo.
Disquisizione stilistica a parte, i Finch si fanno il cambio di palco in dieci minuti netti.
Prova suoni giusto in spia, nulla più.
A quel punto ho la certezza che si sentirà una merda.
L’inizio del loro set è previsto per le 21.00 così si aspetta un’infinità e l’agitazione sale.
Finalmente, alle nove spaccate, lo show comincia.
Si parte con “Perfection Through Silence” e, come previsto, non si capisce una mazza. Suoni confusi, gran macello, gente impazzita. Da metà pezzo in poi però tutto migliora, il suono si pulisce fino ad essere praticamente perfetto.
Nate ha una voce della madonna, non scherzo, e si sente tutta alla faccia della tonsillite che settimana scorsa l’ha costretto a cancellare diverse date del tour.
Il secondo pezzo è “Worms of the Earth”, la canzone che meno mi piace della band.
In sostanza, dopo due tracce, il concerto per me ancora non ingrana.
Dalla terza in poi però, mi prendo decisamente bene.
“Grey Metter”, “Insomniatic Meat” e “Miro” mi trascinano decisamente nel vivo dell’esperienza.
Nel sentirli rifeltto su come dal vivo i pezzi di “Say Hallo to Sunshine” rendano particolarmente bene.
“Daylight” viene accolta con una mezza ovazione dal pubblico, cosa che sorprende molto anche la band, trattandosi di un pezzo nuovo. Grande pezzo, a mio avviso, e grande esecuzione.
A questo punto hanno fatto “Untitled” e sono morto.
In inghilterra ai concerti tutti fanno macello.
Tutti.
Teenagers, anziani come il sottoscritto, ragazze: non si può uscire dal pit perchè tutto il locale ne è coinvolto. Durante questo pezzo ho attraversato tutta la pista per due volte, spinto e trascinato da forze sovrannaturali.
E prima dell’ultimo ritornello la gente si è spontaneamente aperta in due per poi fondersi in un unico grande e violentissimo abbraccio.
Le cose che tutte le band che vengono in Italia chiedono al pubblico di fare e che, immancabilmente, non fa mai nessuno.
Fantastico.
Ormai sono regredito ad un ragazzino: salto, canto, spingo e alzo le corna cercando di non perdere la giacca (come detto, zero cash per il guardaroba).
La band riprende a suonare egregiamente estratti dal secondo disco, prima di tornare agli albori con la combo “Letters to You” e “New Beginning”.
“Letters to you” l’ho cantata tutta con un trasporto che poche volte mi è capitato di mostrare, per tanti, troppi motivi.
E’ il momento di chiudere e per farlo i Finch scelgono “Chinese Organ Thieves”, ultima traccia del nuovo EP.
Presentandola Nate si prende un minuto e chiede se qualcuno ha già sentito “Chinese Democracy” dei G’n’R.
Citando, o meglio parafrasando: “Have you heard it? Damn. Ok, it’s not bad, but fifteen years to write that songs? Fifteen years? Anyway I’m not Axl Roses, this is not Chinese Democracy and we took only four years to compose it.”
Dal vivo il pezzo spacca, mette proprio la pelle d’oca.
A questo punto i cinque se ne vanno per un paio di minuti, prima di venire richiamati sul palco per il bis.
Il bis consiste in tre pezzi.
“Ender”.
“Stay with me”.
“What it is to burn”.
Sulla prima ho quasi pianto, sull’ultima credo di aver perso conoscenza e aver vissuto un’esperienza extracorporea.
Contemporaneamente.
Esagero?
Forse sì, ma è il mio blog e faccio come mi pare.
Scaletta della madonna.
Quella di ieri è stata una delle più belle esperienze di musica live che io abbia mai vissuto.
Sono stravolto, ma ripartirei oggi per farlo di nuovo.
Con questo interminabile report ho anche posto fine ad un periodo di scarsa produttività in ambito di blog.
Ok, un post infinito non può ovviare ad una latitanza lunghissima, ma come forse ho già detto il blog è mio e faccio come mi pare.

Coldplay live? Ok!

Eccomi qui a scrivere due righe sul live dei Coldplay al Forum di Assago.
Mi tolgo subito il dente e l’annesso dolore: è stato un bel concerto.
Bene, ora posso prendermi il tempo che serve ad argomentare e a raccontare tutta la storia.
Innanzi tutto va detto che nè io nè Ciccio siamo fan sfegatati del gruppo e che ci siamo ritrovati a questo concerto grazie ad una proposta “di quelle che non si possono rifiutare” e per la quale mi sento di ringraziare sia la Simo che il suo amico collocato.
Arrivati sul posto entrambi abbiamo preferito una pizza e due panini con la salamella annaffiati da un paio di birre all’esibizione del gruppo di supporto. Di quest’ultimo non ricordo neppure il nome, non lo ricordavo nemmeno dieci minuti dopo averlo sentito con buona pace del tipo inglese che mi ha chiesto di loro e che si è sentito rispondere da Ciccio che erano i Beatles. Ricordo solo che erano dei sosia degli Artic Monkeys, ma a livello visivo non musicale. Musicalmente ricordavano più del letame.
Finita la cena, abbiamo deciso di prendere posto nella zona del forum che più ci competeva: la zona vip, accesso alla quale era compreso nell’offerta irrifiutabile. Per quanto io sia avezzo allo stare tra personalità di spicco, non ho mancato di dare luogo a buffe situazioni di cui riporto l’esempio massimo:
Manq: “Oh, c’è uno uguale a Luis Figo!”
Ciccio: “Pirla, è Luis Figo.”
Oltre al pallone d’oro mi sono trovato affianco ad altre figure mitologiche quali Alba Parietti (con attempato accompagnatore), Maurizio “Rete” Compagnoni, Le Vibrazioni (che ho stimato per essersi seguiti il concerto in mezzo alla calca e non nel palchetto VIP dove invece io e Ciccio, decisamente snob, ci siamo accomodati), i Finley, il batterista dei Bluvertigo in compagnia di Giorgia Surina (che dal vivo è una figa inumana) e il “105 friend” pelato.
Nota di demerito per il cantante dei Lost che, oltre ad essere inguardabile ed essere vestito con dei pantaloni stretti rossi che nemmeno Orifizio ai tempi migliori, era anche in compagnia di un cesso indecente.
Come io e Ciccio abbiamo subito convenuto, se sei famoso e non sei in giro con una figa, della vita non hai capito un cazzo.
Per questi motivi mi sono anche prso il lusso di una simpatica gag.
Lo fisso.
Mi vede.
Tocco dentro Ciccio.
Lui sorride.
Lo indico.
Lui si stima e si avvicina.
Io lo guardo e gli dico: “Tu sei il cantante di quel gruppo… com’è che vi chiamate?”
Lui si rabbuia in un istante e mi dice: “Lost.”
Poi se ne va a testa bassa.
A quel punto a sorridere siamo io e Ciccio.
Mondanità a parte direi che è il caso di spendere due parole sul concerto in se.
Come dicevo all’inizio mi è davvero piaciuto: buono show, buoni effetti visivi, buone coreografie, tutto sommato buon suono, idee carine: insomma bella prestazione.
Devo ammettere che i Coldplay hanno dei pezzi eclatanti: “Fix You”, “The Scientist”, “Yellow” e “Politik” su tutti. Unica mancanza in scaletta è “Trouble”, ma alla luce dei fatti non ha pesato.
Anche il nuovo singolo “Viva la Vida” presentata in versione suonata e in remix anni ’90 durante l’unico cambio palco ha reso moltissimo.
Dal vivo i Coldplay hanno una sezione ritmica devastante.
Ora due considerazioni/riflessioni. La prima è nata subito dopo il concerto, parlando col mio socio.
E’ indubbio che tecnicamente i Colplay non siano nulla di che. Nessuno fa più dello stretto necessario eccezion fatta forse per Chris Martin, che è un frontman decisamente capace. La questione è questa: il prodotto finito, ovvero la musica dei Coldplay, è nettamente superiore all’abilità tecnica di chi lo crea. Mai mi è capitato di notare un dislivello così pronunciato. La domanda è: sarà veramente tutta farina del loro sacco? Il dubbio è supportato da due annotazioni fornitemi da Ciccio:
1- Anche prima di sfondare i ragazzi erano decisamente ben collocati (mi si dice che Chris sia baronetto) e quindi gli aiuti non sarebbero mai stati di difficile reperimento.
2- L’ultimo album (mi si dice) prodotto da Brian Eno è decisamente diverso dagli altri.
Questa riflessione non vuole togliere nulla al gruppo, che comunque incarna una delle realtà musicali d’ampia portata più innovative e interessanti dei tempi che corrono, ma solo sinsigare un po’ il dubbio che è sempre divertente alimentare.
La seconda riflessione è invece nata il giorno dopo in laboratorio con Monica.
Durante i primi due pezzi del concerto Chris Martin mi ha dato la netta impressione di essere strafatto. Biascicava, cantava male e si muoveva confuso. Poi si è ripreso e ha fatto un grande show, probabilmente anche grazie al fatto che la droga ha iniziato a fare il suo effetto.
Ho realizzato che senza droga la storia della musica sarebbe probabilmente nulla.
Ampliando il discorso direi che senza droga il 90% dell’arte non esisterebbe.
Cazzo.
E poi dicono che la droga fa male.
Post fiume, post d’altri tempi.
Figata.

 

Ordine

E’ troppo tempo che non scrivo un sano post per punti.
I post per punti sono la linfa vitale di quasi tutti i blog.
Sicuramente di tutti quelli che valgono, e il mio per me vale molto.
Quindi post per punti sia.

– In televisione non c’è mai un cazzo, ma riescono comunque a mettere i bei film solo nelle sere in cui ci sono le partite.
“Point Break” è un film della madonna.
– Serata di campionato, Milan ancora assolutamente discutibile. Però senza Pirlo si vince. Mi accontento.
Domenica sera c’è il derby. Me lo vedrò dal terzo anello blu di S.Siro, biglietto già acquistato. Sono già in ansia.
Per quel che riguarda il fantacalcio, tutto lascia presagire l’ennesima giornata no.
– Sto leggendo “Bar Sport” di Benni. Non mi fa ridere. E’ grave?
– Martedì prossimo provo la sortita al forum con Ciccio. L’obbiettivo è vedere i Coldplay senza spendere miliardi.
– Ho fame.
– Ieri ho seguito la puntata di “Otto e Mezza” con ospite Alemanno.
Alemanno, secondo me, è un pupazzo dentro cui si cela Guzzanti (figlio) che fa l’imitazione di non ricordo chi.
Come tutti i pupazzi non fa ridere e fa un po’ pena.
– Questo week-end ho mangiato come un maiale. Ottima la sagra della patata, meno quella del gorgonzola.
Pregevole la gita a Faggeto Lario con annesso agriturismo, nonostante la carestia di salsiccette.
– In questi giorni continuo ad interrogarmi sul perchè l’antitrust non faccia nulla nei confronti della Carfagna.
La sua legge sulla prostituzione è concorrenza sleale.
Un’altro conflitto di interessi irrisolto.
– Ho ordinato un po’ di cd.
– Sono innamorato. Di nuovo.
– Sono stressato. Di nuovo.
– Ho bisogno di staccare dal lavoro.
– Sto provando a scaricare “Gomorra” e “Il Divo”. Io di film ne scarico parecchi e MAI mi è capitato di fare così fatica.
In rete ci sono solo fake. Io, che sono solito lasciarmi andare alla cultura del sospetto, ci vedo una cospirazione.

Non ce n’è, i post a punti sono sempre bellissimi.
Ordinati come piace a noi Italiani.